La storia di Oscar “Zeta” Acosta, il leggendario Dr. Gonzo
La figura dello scrittore e giornalista americano Hunter S. Thompson è diventata leggendaria (specialmente negli Stati Uniti) grazie al romanzo Paura e disgusto a Las Vegas , dal quale è stato tratto nel 1998 il film Paura e disgusto a Las Vegas diretto da Terry Gilliam con Johnny Depp e Benicio Del Toro. Sia nel romanzo che nella sua trasposizione cinematografica diventata negli anni un vero e proprio cult troviamo il personaggio del Dr. Gonzo, l’avvocato di Hunter Thompson (Raoul Duke), il quale lo accompagna in questa lisergica ricerca del Sogno Americano. Viene dipinto come un omone con una grande passione per il cibo, le droghe e una vita vissuta pericolosamente, famoso per la sua amicizia con Thompson.
Oscar “Zeta” Acosta è nato al El Paso, Texas, da padre messicano e madre americana. Dopo aver passato l’infanzia nella zona rurale nella valle di San Joaquin si sposta con la famiglia a Modesto. Al termine delle superiori Acosta si arruola nella USAF, l’aeronautica militare degli Stati Uniti, per poi frequentare il Modesto Junior College. Dopo aver frequentato la San Francisco State University dove ha studiato scrittura creativa, si è laureato in giurisprudenza alla San Francisco Law School nel 1966. L’anno successivo ha iniziato a lavorare come avvocato d’ufficio presso la East Oakland Legal Aid Society.
In seguito Acosta si sposterà nella zona east di Los Angeles ed entrerà a far parte del Chicano Movement in qualità di avvocato attivista, difendendo i gruppi chicani (messicani- americani) ed alcuni attivisti. Il Chicano Movement è stato un movimento nato per difendere i diritti dei cittadini messicani- americani. Come capitato alle Pantere Nere, i facenti parte del Chicano Movement sono state vittime di repressioni e violenze da parte della polizia che reprimeva con la forza le varie marce e dimostrazioni del movimento. Acosta ha sempre avuto a cuore le cause del movimento e dei suoi dimostranti, difendendo gli studenti che hanno preso parte alle proteste chicane di Los Angeles East nel 1968 per denunciare il degrado del sistema scolastico di cui facevano parte e la violenza che la polizia utilizzava nei loro confronti. Per tale ragione e per altri casi in cui ha difeso personaggi in prima linea per tali proteste Acosta ha attirato su di se le ire del LAPD, il quale spesse volte trovava il modo di creargli delle grane dalle quali è sempre riuscito a dimostrare la sua innocenza.
Nell’estate del 1967 conosce Hunter S. Thompson, il quale nel 1971 scrive un articolo in puro stile Gonzo su Rolling Stone sullo stato di degrado dei barrios ( i quartieri) della popolazione chicana, citando anche Acosta. L’articolo voleva saggiare l’umore della comunità in seguito all’uccisione del l’attivista e reporter del Los Angeles Time Ruben Salazar, avvenuta in seguito al lancio di un gas lacrimogeno sparato direttamente sulla testa di Salazar durante una protesta non violenta della comunità chicana contro la guerra in Vietnam da parte dello sceriffo della contea di Los Angeles Tom Wilson. Proprio in seguito alla natura non violenta della protesta, l’atto è stato percepito dalla comunità chicana come un deliberato attacco alla loro libertà di espressione e si sono creati subito violenti scontri con la polizia, la quale non ha esitato ad usare la forza per reprimere la protesta. Proprio mentre Thompson e Acosta stavano lavorando a questo articolo, i due decidono di fare un viaggio a Los Angeles alla ricerca del cosiddetto Sogno Americano testimoniato in uno dei romanzi cult della controcultura americana.
Hunter Thompson, che è stato uno dei protagonisti della cultura lisergica statunitense e dell’area di San Francisco, ha sempre definito Acosta come un bravissimo avvocato e un attivista con un coraggio da leone ma con una grave dipendenza da anfetamine, con una particolare predilezione per l’LSD. La vicenda umana di Oscar Acosta si conclude nel 1974 durante un viaggio a Mazatlan, in Messico, quando telefona a suo figlio Marco dicendogli che era in procinto di salire “a bordo di una nave piena di neve“. In seguito suo figlio è stato interpellato in seguito alla scomparsa del padre e, in tale frangente, ha dichiarato che il suo corpo non è mai stato trovato. La famiglia crede che Acosta conoscesse le persone con le quali era coinvolto, i quali lo hanno fatto tacere, coinvolto in una rissa e in seguito ucciso. Nel corso della sua vita Acosta ha anche pubblicato dei libri, tra i quali Autobiografia di un bufalo marrone, pubblicato nel 1972, che parla di un avvocato che combatte per i diritti delle persone marginate. L’anno seguente ha dato alle stampe il libro La rivolta del popolo scatafaggio, una storia tra finzione e realtà del Movimento Chicano. La persona di Oscar “Zeta” Acosta è stata ed è per il giornalismo Gonzo importante tanto quanto quella del suo creatore Hunter S. Thompson. Una figura che negli ultimi tempi è stata protagonista del docufilm The Rise and fall of Brown Buffalo. Ovunque tu sia, Mahalo!
Hank Cignatta
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