C’era una volta il fottuto buonsenso, questo sconosciuto
La paura bussò alla porta, rispose l’ignoranza: non c’era nessun altro. Questa frase di Martin Luther King, opportunamente modificata per l’occasione, riassume ciò che stiamo vivendo negli ultimi anni. Tempi in cui l’incertezza mista alla paura sono i sentimenti che vanno per la maggiore e nei quali il buonsenso pare scarseggiare da troppo tempo. Il buon senso quindi, questo sconosciuto. Un concetto buono sulla carta e con il quale potersi riempire la bocca, tanto quanto quello di democrazia. Una democrazia che dice di dare valore all’opinione del singolo individuo ma che, al lato pratico, lo stritola per le palle (o per le ovaie, per i fan della parità dei sessi) ad ogni piè sospinto. E se a tutto questo aggiungete una paurosa dose di schegge di ignoranza il quadro è, tristemente, presto fatto.
In un mondo ideale, messo di fronte ad un’ipotetica scelta, si potrebbe in modo molto semplice decidere che cosa può fare al nostro caso da ciò che non ci piace. Questo basico e fondamentale concetto pare essere diventato ormai vetusto in una società che demanda ad una tastiera, fisica o virtuale, processi fatti a mezzo social in cui l’unico reato è aver agito secondo buon senso. L’ultimo oggetto del contendere di questa società delle tempeste create in meno di mezzo bicchiere d’acqua è andato in scena lo scorso sabato nel corso della puntata del Saturday Night Live, uno dei programmi più longevi della storia della televisione americana. Da un punto di vista musicale sono apparsi tutti (e dico tutti) gli artisti e le band che la storia del rock e della musica abbia avuto modo di poter generare. Sabato scorso ad esibirsi è toccato a Phoebe Bridgers, giovane cantautrice statunitense, che ha eseguito una versione dal vivo del suo brano I Know The End.
E’ un brano che ha una certa evoluzione ritmica ed emotiva, che parte cheto per poi raggiungere l’apice verso la fine. E proprio per dare colore a tutto il contesto la sua esibizione al SNL è culminata con la Bridgers che ha fracassato la sua chitarra elettrica contro l’amplificatore, in modo molto coreografico. Come potete immaginare, in una società che perora (troppo spesso) cause perse, sui social è andato in scena il processo alla cantautrice. Phoebe Bridgers vs. The Beautiful People, per citare il titolo di un articolo che tempo fa abbiamo scritto riguardo Marilyn Manson. Un processo alle intenzioni, ad oggettive stronzate e tutto ciò che di futile può essere tirato in ballo in un contesto simile.
Una pioggia di critiche ha investito la Bridgers, dove è stata accusata di dare adito ad un atto figlio di un certo privilegio bianco (mai visto Jimi Hendrix dare fuoco alla sua chitarra?), di stigmatizzare comportamenti violenti e di non avere rispetto per tutte quelle persone che vorrebbero poter suonare ma non hanno la possibilità di permettersi quella costosa strumentazione che lei ha frantumato. Polemiche sono arrivate anche dal chitarrista e cantautore David Cosby, il quale ha bollato il suo gesto come qualcosa di già visto e definito la sua esibizione come patetica. Ci sono già abbastanza elementi per creare un bel minestrone alla merda che sta ingigantendo una questione che non dovrebbe essere al centro delle polemiche in quanto, di fatto, rappresenta davvero una stronzata. Tra persone che hanno pochi e contorti concetti inculcati da questa pericolosa dittatura del politicamente corretto che sta facendo più danni del fumo passivo e altre che parlano di cose che non conoscono, è una sfida fra titani cazzari. Bisognerebbe far notare a questi giudici da social network che la storia del rock è piena di gesti anticonformisti come questi. Per carità, la madre degli idioti è sempre incinta e si guarda molto bene da adottare qualsiasi forma di prevenzione di gravidanze indesiderate, ma questa è davvero la triste cartina tornasole della pochezza dei tempi moderni. Che la ragazza abbia compiuto questo gesto per puntare sulla teatralità della cosa? Può anche darsi. Ma addurre palesi minchiate a sostegno di tesi che definire deboli non rendono adeguatamente l’idea non è molto confortante per il destino della società d’oggi. Non sarebbe affatto male imparare a distinguere i casi in cui determinate cose vanno prese alla leggera, nonché mostrare ad una moltitudine di individui quanto è bello apprendere che non è una sconfitta morale non prendersi fottutamente troppo sul serio. E in tutto questo quel famoso asteroide in grado di risolvere tutti i mali di questa umanità sempre più fottuta continua ad accumulare sempre più un frustante ritardo.
Hank Cignatta
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