Bob Log III, il lato bizzarro ma geniale del blues che ama i guitar party punk blues
La figura di Bob Log III è qualcosa di cui la musica attuale ha bisogno. E’ una scheggia impazzita di talento all’interno di un mondo conformista che vuole suonare sempre con la medesima nota del medesimo genere senza storia e senza saper dove andare realmente. La sua musica affonda le radici nel cosiddetto Delta Blues, genere musicale che prende appunto la nomenclatura dal delta del fiume Mississippi, le cui caratterizzazioni stilistiche sono dettate dall’uso della chitarra e dall’armonica. Bob Log III è, più in dettaglio, un one man band ovvero un musicista capace di suonare più strumenti simultaneamente usando le mani e i piedi.
Oltre l’assetto da one man band ciò che contraddistingue lo stile di Bob Log III è la sua originale presenza scenica: ad ogni concerto si presenta con delle tute alla Elvis indossando un casco da motociclista dal quale canta e comunica con il pubblico per mezzo di una cornetta di un telefono analogico amplificato con un microfono attaccato alla visiera. Il tutto mentre impugna la sua chitarra acustica archtop Silvertsone nera caratterizzata da un rombo centrale bianco. Chiunque abbia partecipato ad un suo concerto dal vivo o abbia visto un video delle sue esibizione avrà notato alle sue spalle un canotto da mare, con il quale è solito muoversi sul pubblico, il quale gli fa fare la spola dal palco al centro dello stage e viceversa (dipende anche dalle dimensioni del locale che ospita il concerto). Le sue canzoni parlano di culi, di tette, di mutande (asciutte ma anche generalmente bagnate), di orgasmi e di vita vissuta. Sono brani generalmente caratterizzati da ritmi sincopati di chitarra che portano la tradizione del Delta Blues in una nuova dimensione fatta di divertimento, spensieratezza e cazzate che aiutano a non prendersi troppo fottutamente sul serio che fa confluire il tutto nel sotto genere del cosiddetto punk blues.
Prima di dare vita a questa strampalata figura Bob Log III nasce artisticamente nel duo lo-fi blues dei Doo Rag, dove condivideva la scena con Thermos Malling alle percussioni. Quest’ultimo si dilettava nell’inventare strumenti insoliti o di recupero ricavati da oggetti di scarto. Non era quindi insolito vederli esibirsi mentre Bob Log suonava la chitarra snocciolando la sua maestria nella tecnica del finger picking mentre Malling teneva in tempo suonando scatoloni di carta, secchi di plastica o cerchioni di automobili in pieno stile lo-fi. Nel corso della loro carriera, durata dal 1990 al 1996, hanno aperto i concerti di gruppi e artisti del calibro di Sonic Youth, Beck, Crash Worship, Ween, Cramps e molti altri. Quando Bob Log si è ritrovato senza Malling, la cui uscita dal progetto musicale ha portato allo scioglimento inevitabile del duo, ha avuto modo di continuare a sviluppare e migliorare quella versione sincopata di Delta Blues che ha sviluppato con i Doo Rag, dando vita a questo bislacco cappellaio matto del blues.
Bob Log III ama definire i suoi concerti dei veri e propri guitar parties dove il pubblico si diverte come non mai. E’ anche un vero e proprio animale da palcoscenico, dimostrando un carisma scenico che va anche al di là del modo in cui si veste e si presenta ai suoi fans. Gira il mondo con la sua musica, che lo porta ad esibirsi in centocinquanta show ogni anno, toccando il Nord America, l’Europa, il Giappone, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Messico e l’Islanda. E il lato cazzaro del blues non ha mai suonato così dannatamente bene.
Hank Cignatta
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