Frankie Knuckles, il leggendario padrino dell’House Music
Il panorama musicale degli ultimi anni sta attraversando una crisi profonda, caratterizzato da un lungo inverno dove da troppo tempo non riesce ad emergere qualcosa in grado di essere iconico negli anni e di essere il manifesto di una generazione. Questo vale anche per l’ambiente clubber (o discotecaro come si dice qui in Italia). Attualmente sotto la terminologia House Music si vanno a catalogare brani che poco o nulla hanno a che fare con gli elementi che hanno caratterizzato questo interessante sotto genere musicale. Le origini dell’House Music vanno ricercate alla prima metà degli anni Ottanta, decade decisamente molto interessante dal punto di vista creativo sotto ogni aspetto. In quegli anni nella 206 South Jefferson Street di Chicago vi era un locale, il Warehouse, che sarebbe diventato il fulcro di una delle più interessanti rivoluzioni della cultura club underground. Fondato nel 1977 dall’imprenditore Robert Williams, ospitava i migliori artisti dell’R’n’B e della Disco Music e divenne ben presto un punto di riferimento della comunità gay della città che accorreva per sentire le selezioni musicali di un giovane dj che si chiamava Frankie Knuckles (al secolo Francis Nicholls).
Il giovane Frankie si ispirava alla figura di David Mancuso, uno dei primi deejay della storia nonché pioniere della Disco Music. Quest’ultimo creò il The Loft, un vero e proprio loft dove Mancuso viveva e dove organizzava alcune serate leggendarie, diventando ben presto uno dei templi del periodo d’oro della Disco Music (assieme allo Studio 54 di Manhattan, New York). Al The Loft venivano organizzate feste esclusive ad invito, rivolte a duecento persone provenienti dalle più svariate estrazioni sociali e rigidamente selezionate. A queste feste partecipavano alcuni dei futuri deejay che avrebbero fatto la storia del mondo club tra i quali lo stesso Frankie Knuckles, David Morales, Tony Humphries e Larry Levans per citare quelli più importanti. Proprio la partecipazione di Knuckles a queste feste gli permetteva di sperimentare durante le sue serate al Warehouse, mixando brani con un massiccio utilizzo di campionamenti di brani soul e drum machine. Oltre ad attirare sempre più pubblico alle sue serata, lo stile musicale di Knluckles iniziava ad essere seguito ed imitato anche da altri deejay che inserivano questi elementi nelle loro produzioni.
La sperimentazione sonora tra generi quali il funky, il soul e la disco e il re-editing manuale che faceva nel corso dei suoi dj set hanno gettato le basi per quel genere musicale che sarebbe stato conosciuto con il nome di House Music (abbreviazione di Warhouse Music, il nome del locale dal quale tutto ebbe inizio). Uno degli elementi distintivi dei suoi lavori è anche l’impiego di tastiere che rendono il suo stile immediatamente riconoscibile. Frankie passò da essere un selezionatore di musica a creatore di ritmi in grado di coinvolgere il pubblico nonché figura di riferimento nel firmamento House (non a caso è definito The Godfather Of House Music) e di ispirazione per intere generazioni di appassionati di musica e di deejay. Il suo primo remix risale al 1982, dove ha messo sapientemente mano al brano Let No Man Put Asunder del gruppo disco delle First Choice, dove viene fuori tutta la sapienza di un grande deejay nonché di un grande intenditore ed appassionato di musica. Per tutta la durata degli anni Ottanta il padrino dell’House ha modo di farsi conoscere grazie a remix sopraffini e a dj set entrati nella storia. Nel 1991 pubblica il suo primo disco, intitolato Behind The Mix e dal quale sono tratti capolavori del calibro di The Whistle Song (probabilmente il brano più famoso di Knuckles, remixato e ripreso da diversi artisti e alla cui base sta la melodia di World Hold On di Bob Sinclair), Rainfalls e Workout. Questi brani tracceranno la strada a numerose altre produzioni simili, creando un vero e proprio genere del quale Frankie Knuckles viene considerato il capostipite nonché l’artista principale. Nel corso della sua carriera ha anche firmato il remix di Rock With You di Michael Jackson (il cui intro di pianoforte e archi vale può seriamente portare in un’altra dimensione durante l’ascolto) e Love Hangover di Diana Ross con i quali si aggiudica un Grammy nel 1997.
La figura di Frankie Knuckles nel corso degli anni è diventata leggendaria, facendo si che ogni sua produzione o dj set diventasse una vera e propria esperienza di venire a contatto con la leggenda il cui cuore ha battuto per tutta la sua esistenza sui 128 bpm, ovvero l’unità di misura di frequenza dell’House Music. La vita terrena di Knuckles si conclude nel 2014 all’età di cinquantanove anni, in seguito alle complicazioni dovute al diabete mellito di tipo 1 di cui soffriva da tempo e che nel 2008 lo ha costretto all’amputazione di un piede, che però non gli aveva impedito di esibirsi. A noi rimane la testimonianza di un artista unico ed inimitabile, in grado di fare da paletta cromatica sonora all’interno di un mondo altrimenti grigio, sia dal punto di vista culturale che musicale. Frankie Knuckles è stato molto più di un deejay: un vero e proprio miscelatore di emozioni che con la sua musica è riuscito a regalare ( e regala ancora) emozioni indescrivibili.
Hank Cignatta
® Riproduzione riservata
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.