
Terry Gilliam, il visionario regista dell’onirico
Ero alle superiori, in una delle mie numerose transizioni scolastiche, quando un mio compagno di classe del periodo mi fece vedere il film Monty Pytohn – Il senso della vita. Fu la prima volta che ebbi modo di entrare in contatto con la caustica comicità del gruppo comico britannico dei Monty Python, che avrei avuto modo di conoscere più dettagliatamente e di amare in seguito. Questo comico di coglionazzi e fuori di testa ha letteralmente rivoluzionato il modo di fare e di intendere l’umorismo grazie alla serie tv Il circo volante dei Monty Python ad una serie di tecniche di narrazione innovative come i pensieri dei protagonisti espressi così come avviene nella realtà ( il cosiddetto flusso di coscienza, come direbbero quelli bravi).
Il Monty Python’s Flying Circus ha gettato le basi per la comicità moderna, influenzando molte future generazioni di comici internazionali che hanno apprezzato e diffuso quel innovativo modo di strappare una risata. Non importa come. Non importa la tempistica. Quella fottuta genialità portava scientificamente a farti ridere. In un modo o nell’altro. Quando i Monty Python decisero di interrompere la loro produzione come gruppo (senza però mai sciogliersi ufficialmente) dopo la prematura scomparsa di Graham Chapman, i singoli membri hanno intrapreso progetti soliti diversi tra loro. Tra questi Terry Gilliam, l’unico membro nato americano ma naturalizzato britannico, ha avuto una carriera da apprezzato regista di pellicole diventate negli anni dei veri e propri cult.

Terry Gilliam giunge nel dorato mondo di Hollywood come un multi colorato fulmine a ciel sereno, dove il grottesco e l’onirico si fondono insieme per creare qualcosa di unico. Queste caratteristiche diventeranno uno dei tratti distintivi della filmografia di Gilliam, capace di mettere in scena storie che prima sembravano perfette solo da immaginare. Il suo visionario talento era già visibile nei frammenti animati presenti in Monty Python’s Flying Circus che portano la sua firma. Va da se quindi che vedere il mondo attraverso il punto di vista della macchina da presa di Terry Gilliam rappresenta senza dubbio un tipo di esperienza unica, come il dispotico ma attuale Brazil, l’esercito delle 12 scimmie, il leggendario Paura e delirio a Las Vegas, I fratelli Grimm e l’incantevole strega e Parnassus- L’uomo che voleva ingannare il diavolo.

Molto probabilmente un film tratto da un libro visionario e altamente lisergico come Paura e disgusto a Las Vegas del giornalista e scrittore americano Hunter S. Thompson se lo avesse girato qualsiasi altro regista non sarebbe stato in grado di rendere uniche ed inimitabili le varie sfumature paranoiche e geniali che si possono avvertire solamente leggendo il libro. Ne è venuto fuori un film cult (esattamente come tanti altri della filmografia di Gilliam), capace di rimanere impresso a molte generazioni a venire, Perché è questo di cui Hollywood ha bisogno: più insana e lucida follia anziché patinati e costosi effetti speciali. Perché per quanto possano essere belli i fumetti, dopo un pò rompono anche i coglioni.
Hank Cignatta
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