Addio a Claudia Cardinale, la musa che non voleva essere diva

Addio a Claudia Cardinale, la musa che non voleva essere diva

La notizia della morte di Claudia Cardinale è giunta d’improvviso ieri sera, come una luce che si spegne al calare del sipario. L’attrice, simbolo di un cinema che ancora respira epica e grazia, aveva 87 anni. È morta a Nemours, nei pressi di Parigi, circondata dall’amore della sua famiglia.

Claudia Cardinale in una foto recente

Il silenzio dopo l’annuncio rilasciato dal suo agente è sospeso, come se nessuna parola possa veramente attraversare l’enorme partecipazione che un simile addio provoca non solo nel mondo del cinema, ma dentro il vissuto intimo di chi ha amato le sue immagini, i suoi sguardi e le sue metamorfosi.

Claudia Cardinale, La musa che non voleva essere diva

Claudia Joséphine Rose Cardinale nacque a Tunisi il 15 aprile 1938, da genitori siciliani emigrati. Fu scoperta quasi per caso, vincendo un concorso di bellezza in Tunisia che le aprì le porte del mondo del cinema. Sin dall’inizio fu complicato collocarla: la sua voce era straniera agli studi di doppiaggio per la sua impronta francese e siciliana e nei primi film fu doppiata spesso.

Ma è proprio quella voce “imperfetta”, che rompeva il guanto della norma, che le diede uno spazio. Non era mai elegante solo per lustrini: portava dentro qualcosa di oscuro, di tenebroso, di ribelle. Lavorò con Fellini, Visconti, Leone, Zeffirelli e molti altri, arrivando a cimentarsi in generi diversi attraversando la commedia, il dramma, il western e giungendo trionfalmente anche ad Hollywood.

Quanti attori restano ancora ad una sola identità? Claudia Cardinale ne rappresentava molte: era Angelica nel Gattopardo, era la donna sensuale e spietata di C’era una volta il West, era la compagna fragile in . E anche quando si trovava fuori dal set era una donna comune, con amori, ferite e scelte difficili prese con molta dignità.

La Cardinale e Il conflitto con il mito

Il giornalismo Gonzo non vuole celebrare ma scavare e scavare significa rivelare anche le crepe. La Cardinale non fu divinità immacolata. Raccontò infatti in alcune interviste di un evento tragico: a 17 anni rimase incinta come conseguenza di una violenza. Raccontò di aver tenuto il figlio Patrick e per molti anni fingeva che fosse il fratello, in un groviglio di vergogna e strategia sociale. Fece l’attrice anche per questo: per sopravvivere, per non essere ridotta a vittima silenziosa. Il suo stesso potere era una risposta. E nelle sue scelte – a volte rifiutando ruoli, bandendo compromessi – c’era il gesto silenzioso della ribellione.

L’altro conflitto fu con il potere dell’industria. Quando si innamorò del regista Pasquale Squitieri, dovette fare i conti con il produttore Franco Cristaldi, che in passato aveva tirato i fili della sua carriera. Per anni fu ostacolata, tagliata fuori da vari set, forse punita per aver scelto cuore e libertà. Eppure, lei non mollò.

Reazioni e tributi

Il lutto ha attraversato confini. In Italia le testate principali ne hanno dato notizia con titoli attoniti: Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato: “porteremo sempre questa star italiana e mondiale nei nostri cuori, nell’eternità del cinema.” In Italia, il Presidente Mattarella e il ministro della Cultura hanno sottolineato che se ne va “un’artista straordinaria, indimenticata, amata da cineasti e pubblico”. E allora sì, Claudia, te ne sei andata. Non con il botto di un set, non con la fanfara di un ballo al Gattopardo, ma con il silenzio che sa di sigaretta spenta a metà. E noi rimaniamo qui, a fissare il vuoto come spettatori imbambolati dopo i titoli di coda, incapaci di alzarci dalla poltrona. Perché la verità è che non eri solo un’attrice: eri carne, sudore, paura, furore, l’odore di Tunisia mischiato al velluto delle prime di Cannes. E adesso che non ci sei ci resta addosso una nostalgia feroce, sporca e bellissima, come il cinema che non tornerà più.

Hank Cignatta

Riproduzione riservata ©

Se l'articolo ti è piaciuto condividilo!

Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

Post a Comment

Bad Literature Inc. ©

T. 01118836767

redazione@badliteratureinc.com

redazioneuppercut@yahoo.it

alancomoretto@virgilio.it