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    Camacho Criollo, il “famigerato” gusto di una pausa di qualità

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    Nel corso delle mie scorribande tra le riserve più nobili del fumo lento, questa settimana la mia attenzione si è focalizzata su un prodotto che non avevo ancora avuto il piacere di provare fino ad ora. Tra i vari Davidoff Primeros, Cohiba, Romeo y Julieta, Partagas e Montecristo un nome si eleva dalla vetrinetta nella quale esso era risposto per sbaragliare tutta quella blasonata concorrenza. Il nome Camacho, stampato in nero su tubi metallici di un accesa gamma cromatica variante dal giallo canarino al rosso più intenso, svetta su tutti gli altri guadagnandosi la mia tiepida fiducia nel provare un sigaro del quale ignoravo anche solo l’esistenza.  Dopo un’attenta ricerca scopro che quella gamma cromatica va a delineare la corposità e l’intensità dei tabacchi con i quali vengono prodotti questi sigari sudamericani. Il marchio Camacho nasce nel 1961 ed è stato fondato da Simon Camacho a Miami, dopo l’esilio da Cuba in seguito alla rivoluzione Castrista. Il marchio è stato acquistato poi nel 1995 dalla famiglia Elroa, oggi fa parte del gruppo Davidoff ed ha sede in Honduras.

    La gamma colorata dei Camacho, che rappresentano il carattere di questi sigari. Dal più leggero al più corposo

    Mi butto sulla variante Criollo ( ovvero quella più leggera delle tre tipologie disponibili in quel momento), assai curioso di testare un “nuovo” sigaro decisamente non economico ma neanche eccessivamente esoso. Alla prova tattile il sigaro si presenta ben compatto e riempito, con un anilla più grande rispetto a quella presente su altri sigari dello stesso formato (cubani e non), la quale riporta il nome e il logo del brand ( uno scorpione) nonché l’arrogantissimo claim aziendale: infamous since 1962. Famigerato dal 1962. Puro marketing, certo. Ma mai come in questo caso i dettagli non sono lasciati assolutamente al caso. Anzi.

    Il dettaglio del sigaro, della anilla e della confezione in metallo del Camacho Criollo

    Al tatto il sigaro si presenta compatto, con un riempimento decisamente ben distribuito. La vitola del sigaro ( dimensione di lunghezza e diametro) è di 124mm per un diametro di 19,84mm, tipica della variante Robusto. Nella prova olfattiva (come dicono quelli bravi davvero) si avverte un sentore speziato che verrà esaltato in fumata. L’accensione è agevole, con un tiraggio molto aperto che genera un fumo decisamente abbondante durante una singola boccata. Nel primo tercio ( la parte iniziale del sigaro) si sprigionano note di nocciola e delicati richiami speziati di pepe bianco. Il secondo tercio (parte centrale) rimane pressochè immutata fino a quando non si alternano piacevoli punte legnose che porta l’esperienza gustativa con una vellutata nota finale di cioccolato. In definitiva il Camacho Criollo è un prodotto assai gradevole, particolarmente indicato per una piacevole pausa di metà pomeriggio di qualità, per niente impegnativa e rivolta a chi non ha velleità di prendersi eccessivamente sul serio. Senza dubbio rimane la grande soddisfazione di aver scoperto un marchio che mi ha positivamente colpito e del quale (spero) tornerò a scrivere.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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