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    Una notte violenta e silenziosa, ovvero come anche Babbo Natale nel suo piccolo s’incazza

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    Vi ho raccontato del fatto che sono tornato a vedere film al cinema? No? Per chiunque non fregasse un cazzo o se lo fosse perso, sono ritornato a godermi la visione di un film comodamente spaparanzato sui braccioli di una poltrona di una sala cinematografica in occasione dell’uscita di The Menu. Cercando di rendere meno fastidiosa la convivenza tra il sottoscritto e il periodo delle festività natalizie, ho riscoperto il piacere della visione dei film al cinema. Una magia senza tempo. Complice il confinamento forzato e lo sviluppo sempre più capillare di Netflix e servizi streaming suoi emuli a portata di un tasto del telecomando, quella fantastica sensazione era quasi del tutto scomparsa dalla mia paletta emotiva. L’ultimo film che ho avuto modo di vedere al cinema (per ben nove volte, tra l’altro) è stato C’era una volta ad Hollywood di Quentin Tarantino. Da allora il mondo è sprofondato in un turbinio di fobie, disagi ed ignoranza che si è riversato sul genere umano (o quello che ne rimane). E a pagare, tra le diverse categorie, ci sono state anche le sale cinematografiche, che ultimamente devono fare anche i conti con le varie piattaforme di streaming legale.

    L’inimitabile magia del cinema

    La Dani California con la quale sto uscendo mi scrive se mi va di vederci per uscire. Da alcuni giorni prima delle festività natalizie un altro film solletica la mia curiosità fino a spingermi a voler poggiare il mio culo su una poltrona di un cinema multisala. Le rispondo se le può andare bene una pizza in una delle pizzerie più buone di Nevrotic Town (o Torino, se vi piace il presepe) e un film al cinema. Dopo la sua risposta positiva le propongo il titolo del film, le mi dice a che ora passare a prenderla e il programma per la serata è pronto. La pellicola in questione è Una notte violenta e silenziosa, film diretto dal regista norvegese Tommy Wirkola e scritto dagli sceneggiatori Pat Casey e John Miller (già sceneggiatori di Sonic) e vede Babbo Natale (interpretato da David Harbour, che picchia come un fabbro e beve come un camionista) alle prese con la consegna dei regali la notte di Natale. Mentre si concede una pausa al bancone di un bar, beve birra come se non ci fosse un domani e riflette su come i bambini (e anche gli adulti) di oggi siano degli sporchi materialisti che non vogliono nient’altro che i regali e basta. Mentre le renne lo aspettano sul tetto del locale per riprendere il giro della consegna dei doni, la barista lo segue in quanto preoccupata per il suo stato d’ebbrezza che lo fa caracollare da una parte all’altra. Mentre guarda con il naso all’insù Babbo Natale intento a sfrecciare sulla sua slitta, il vecchio figlio di puttana di rosso vestito si sporge dalla slitta per vomitare, facendo finire sulla malcapitata un po’ di “sano” spirito natalizio. Qui Babbo Natale finisce in una casa di una ricca ed annoiata famiglia che si riunisce per le festività e proprio mentre è intento a trangugiare latte e biscotti che i bambini gli lasciano per ringraziarlo, un commando che si era infiltrato nel personale del catering prende tutti in ostaggio, dando così inizio alla notte più violenta e silenziosa dell’anno e costringendo Babbo Natale a prendere a calci in culo i cattivi.

    David Harbour nei panni dell’irascibile e vendicativo Babbo Natale di Una notte violenta e silenziosa

    Una Notte Violenta e Silenziosa è un film di Natale senza dover necessariamente esserlo. Si tratta di una pellicola che richiama all’essenza più pura della festività, dove c’è una morale ed un insegnamento di fondo, ma che si sposa alla perfezione con i tempi strani ed incasinati che stiamo vivendo. Non ci dice che dobbiamo necessariamente volerci tutti bene, che non siamo tutti necessariamente uguali e che non dobbiamo necessariamente essere più buoni solo perché due giorni sul calendario ce lo stanno ricordando. E’ una riflessione sui valori veri della vita e di come, alle volte, non farebbe male soffermarsi a pensare quando ormai questa società si sia completamente scollata da ciò che ci ha finora permesso ed evitato di essere circondati da involucri di carne senza reali sentimenti. Strizza l’occhio a Die Hard e questo Babbo Natale è un vero e proprio Babbo Bastardo che è decisamente molto meglio non fare incazzare. Menzione particolare merita il personaggio di Jimmy Signor Scrooge Martinez, interpretato da un John Leguizamo in stato di grazia (e chi meglio di lui, già bravissimo figlio del malavitoso Calderone che ha ucciso la famiglia di Rico Tubbs in Miami Vice, per cercare di rubare il Natale?) Magari il film in questione non sarà un capolavoro natalizio, magari non sarà una dei quelle pellicole che saremo costretti a vederci appiccicati ogni benedetto (o maledetto, dipende dal vostro punto di vista) Natale dai network televisivi che hanno rovinato dei grandi classici. Ma si lascia vedere sicuramente vedere con piacere per passare una serata che sarebbe stata come tutte le altre in modo alternativo e per trasformare gli auguri natalizi in pestaggi natalizi. E se anche la Dani California ha apprezzato, qualcosa vorrà pur dire no?

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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