Gonzify Yourself!

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato/a sul mondo del giornalismo Gonzo!

    Bad Literature Inc

    The Menu, il sublime gusto di una cruda vendetta a tre stelle

    Spread the love

    Eccolo lì, il sapore dolciastro del buonismo natalizio, che di anno in anno giunge sempre prima. I palinsesti televisivi sono ormai saturi di quel retrogusto di zabaione e bastoncini di zucchero che mi porterà, mio malgrado, a scendere a patti con la mia idiosincrasia natalizia. Decido di mandare tutto affanculo e di ritagliarmi un piccolo spazio personale, tornando al cinema dopo molto tempo. Decido di andare a vedere The Menu, film che mi ha intrigato fin dai primissimi minuti del trailer che si presenta come pubblicità su Youtube tra un video e l’altro ogni mezzo secondo. Controllo la capienza di pubblico nella sala: completamente vuota. Mi faccio staccare un biglietto da una ragazza bionda che vorrebbe essere ovunque tranne che lì, prendo una porzione piccola di popcorn e faccio il mio trionfale ingresso nella sala due. Ed è davvero a mia completa disposizione.

    The Menu, film diretto dal regista e produttore televisivo britannico Mark Mylod (C’Era Una Volta, Shameless, Il trono Di Spade solo per citare alcune delle sue produzioni più famose), prende lo spettatore e lo fa accomodare al tavolo di una folle storia dove la cucina è il mezzo per un piano molto più elaborato di quanto si possa pensare dai primissimi minuti della trama. La pellicola inizia seguendo le vicissitudini di Tyler, giovane appassionato in modo maniacale di cucina d’alto livello, che porta la sua nuova fidanzata Margot ad una cena in un ristorante super lusso situato in una remota isola priva di copertura di rete e raggiungibile solo via nave. Ad accoglierli vi è lo chef Julian Slowik, stella della cucina molecolare, alla perenne ricerca della perfezione. Oltre a Tyler e Margot vi sono anche altri commensali: tre ragazzi giovani e ricchi, una coppia di sposi clienti abituali del locale il cui matrimonio è ormai logoro dall’abitudine, una critica gastronomica e il suo editore, un aspirante chef, un attore sul viale del tramonto e la sua assistente. Chef Slowik si palesa subito con i suoi modi duri che ha anche nei confronti del suo staff, che comanda come un esercito perfettamente addestrato. Da quel momento in poi inizia un sagace gioco al massacro che avrà nella cucina e nell’arte della creazione e della presentazione delle varie portate l’apice della vendetta perfetta.

    The Menu, la recensione: il gioiellino cineculinario è servito -  Movieplayer.it
    L’attore britannico Ralph Fiennes interpreta lo chef Slowik

    La pellicola è interessante sotto diversi aspetti: c’è la sublime interpretazione di Ralph Fiennes, grandissimo attore shakespeariano vincitore di un Tony Award (l’Oscar del teatro) per il ruolo del principe Amleto a Broadway e due candidature all’Oscar come migliore attore non protagonista 1993 per Schlindler’s List e come migliore attore 1996 per Il Paziente Inglese. nonché essere noto per il ruolo di Lord Voldermort nella saga cinematografica di Harry Potter. Fiennes riesce a plasmare alla perfezione il manicala delirio ossessivo- compulsivo dello chef Slowik, personaggio che ha messo in scena la sua grande vendetta nei confronti di un certo tipo di mondo e di società che gli ha fatto totalmente perdere l’amore per il suo lavoro. Portata dopo portata si scivola nei disturbati meandri di quella lucida follia che fa della componente horror- splatter un mezzo leggero (e a tratti eleganti, se mi si può passare tale termine in un contesto del genere) per esplicitare un malessere che ha nella morte la sua forma di purificazione totale ed assoluta. Degna di nota anche l’interpretazione di Anya Taylor Joy (Margot), già apprezzata in lavori del calibro di Peaky Blinders e La Regina degli Scacchi, che ingaggia per l’appunto una sorta di partita a scacchi con Slowik fatta di argute puntualizzazioni e taglienti giochi mentali. Gusti personali a parte che in un contesto simile entrano sempre in gioco, The Menu è sicuramente qualcosa che “suona” decisamente diverso rispetto a tutto quello che c’è in giro durante il periodo natalizio e a tutto quello finora proposto attualmente dall’industria cinematografica. E in tempi in cui la cucina in tv (e anche al cinema) è stata declinata in ogni sua forma, dove si fa harakiri se nella frittatina non si è messo il ribes nero o l’ovetto non è a chilometro zero e dove chiunque si sente uno chef stellato, The Menu rappresenta il più stiloso modo per mandare a fare in culo il tutto. Con una bella spolverata di sana follia, s’intende.

    Hank Cignatta

    Riproduzione riservata ©

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

    Post a Comment

    Bad Literature Inc. ©

    T. 01118836767

    redazione@badliteratureinc.com

    redazioneuppercut@yahoo.it

    alancomoretto@virgilio.it