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    I primi vent’anni dell’iPod, il dispositivo che ha cambiato il futuro della musica

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    La prima volta che ho visto un iPod da vicino ero a casa di un mio amico, Steve. In quel periodo andavo alle superiori ed ero approdato in una nota scuola privata della mia città, essendo stato sempre un pessimo studente ed avendo cambiato più istituti scolastici che mutande. Steve era un fighetto pieno di soldi ma non era uno stronzo inutile come molti figli di papà famosi che frequentavano quella scuola, in attesa di dare un senso al loro pedigree di famiglia. Era un creativo, uno a cui piaceva la musica e il cinema. Abitava in una lussuosa villa in collina con tanto di piscina e spesso andavo a casa sua per vederci (almeno sulla carta) per studiare e fare i compiti. Invece finivamo puntualmente per guardare film sul suo mega televisore, parlare di ragazze, giocare ai videogiochi e ascoltare musica. In quel periodo eravamo impallinati con gli anni Ottanta e la musica del periodo, grazie anche al grande successo di GTA Vice City, la cui colonna sonora era sempre in riproduzione nel mio primo lettore di musica mp3. Un pomeriggio vidi sulla sua scrivania un dispositivo strano, che sulle prime scambiai per il telecomando di un condizionatore. Steve mi spiegò che era un iPod, il famoso aggeggio diventato l’oggetto del desiderio del periodo e che molte volte avevo visto in tasca ai passeggeri dell’autobus che da casa mia mi portava a scuola e ritorno. Era il modello della quarta generazione del dispositivo, da quaranta giga. Ne aveva due, uno da usare per diffondere la musica in camera e uno per ascoltare la musica in giro. Me lo prestò per tre settimane, dove imparai ad utilizzarlo appieno. E nulla fu come prima.

    Il modello di iPod che aveva il mio amco Steve, il primo che imparai ad usare

    Quando Steve Jobs lanciò sul mercato l’iPod nell’ottobre del 2001 sapeva che avrebbe fatto la storia: la storia della sua azienda, la Apple, che fino ad allora si era concentrata sulla produzione di computer salvo qualche fallimentare tentativo di estendere la sua produzione in altri settori (il palmare Apple Newton e la console di videogiochi Apple Pippin solo per citare gli esempi più famosi) e che da li a poco avrebbe immesso sul mercato l’iPhone, la storia della tecnologia moderna e quella della musica. Un dispositivo assai più versatile rispetto a tutti quelli che finora erano comparsi sul mercato e, soprattutto, decisamente più pratico dei lettori cd portatili. Una vera e propria rivoluzione, che permetteva agli appassionati di musica di poter mettere all’interno di quell’aggeggio un numero impressionante di canzoni. l’iPod aveva anche una certa componente quasi magica, con la sua ghiera cliccabile sensibile al tocco del pollice con la quale districarsi nel menù e nella selezione delle playlist.

    Ma non si può menzionare l’iPod senza fare riferimento ad iTunes, il software che permetteva di poter organizzare e riprodurre le canzoni sull’iPod, le quali si potevano anche acquistare per mezzo di questo servizio. Nel corso della sua storia questo dispositivo ha cambiato forma, dimensione, capienza e senso d’uso: specialmente negli ultimi anni, in cui gli smartphone sono diventati sempre più sofisticati e la fruizione della musica avviene per mezzo di servizi in streaming quali Spotify, Apple Music e molti altri.

    Piccolo schema riassuntivo dei modelli di iPod

    Ma nonostante sofisticati telefoni sempre più intelligenti, casse wireless sempre più dinamiche per poter ascoltare la musica ovunque e in tutta praticità e i diversi servizi di streaming di musica che danno battaglia alla musica analogica e agli audiofili puri e crudi, l’iPod rimane uno degli strumenti più interessanti ed innovativi per ascoltare musica, una grande rivoluzione musicale che non si vedeva dai tempi del Walkman.

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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