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    Addio a Marvin Hagler, la meravigliosa leggenda del pugilato

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    13 Marzo 2021. Interno. Giorno. Domenica mattina. Alcuni raggi di sole filtrano beffardi dalle persiane per comunicarmi la nascita di un nuovo giorno in questo mondo di follia, contraddizioni e casini. Il telefono sul mio comodino vibra, notificandomi una notizia che mi lascerà incredulo per diversi giorni: Marvin Hagler, uno dei pugili più forti di sempre, è morto improvvisamente a sessantasei anni. Sgrano gli occhi, alzandomi di scatto per poi afflosciarmi nuovamente sul letto come se fossi stato appena colpito dal destro più chirurgico e potente che abbia mai scosso il mio già picchiato cervello.

    “The Marvelous” Marvin Hagler

    Una notizia che giunge come un fulmine a ciel sereno, esattamente come un colpo portato con una velocità e una perizia tecnica in grado di coglierti di sorpresa e di metterti con il culo per terra, insieme a tutte le tue certezze. Marvin Hagler è, è stato e sempre sarà uno dei più importanti protagonisti di quel pugilato fatto di campioni, in grado di trovare nella Nobile Arte una forma di grande riscatto sociale. E’ pieno di storie come la sua ma, come sempre accade, è il protagonista a fare la differenza. E lui lo ha fatto, scrivendo con la sua carriera alcune delle pagine più suggestive della boxe mondiale.

    Aveva i pugni d’acciaio, Marvin Hagler, soprannominato Marvelous da appassionati e addetti ai lavori, per via di quel suo stile fatto di tecnica sublime mista ad una potenza esplosiva. Non si è mai tirato indietro nell’affontare i suoi avversari, anche quelli più ostici, che hanno dovuto fare i conti con il suo essere coriaceo. Ha difeso il titolo mondiale dei pesi medi rimanendo imbattuto dal 1980 al 1987 sgretolando letteralmente tutti gli avversari che gli si proponevano davanti. Ha incrociato i guanti con Roberto Duràn, Vito Antuofermo, Thomas Hearns (in uno dei match più belli di tutti i tempi), John Mugabi e Sugar Ray Leonard consegnando alla storia alcuni degli incontri più belli di sempre.

    Era una boxe diversa, quella fatta da Marvin Hagler, caratterizzata da campioni in grado di fare realmente la differenza. Era il pugilato dei grandi incontri internazionali trasmessi in chiaro dai canali televisivi tradizionali, che davano una grande importanza a questo sport e ai suoi protagonisti. E la voce narrante di quel fantastico periodo è indissolubilmente legata a quella di Rino Tommasi, telecronista di grandi emozioni sportive e anche pugilistiche.

    Nulla a che vedere con il pugilato moderno, caratterizzato da pochissimi campioni degni di essere definiti tali e nella quale contano molto di più gli zeri delle borse economiche. Una boxe dove vengono organizzati improbabili incontri tra youtubers ed influencers e nella quale il sensazionalismo fine a sé stesso pare essere la prassi. Con la morte improvvisa di Marvin Hagler (le cui cause al momento non sono ancora state rese note) se ne va uno di quei talenti unici in grado di ispirare nuovi futuri campioni a usare la boxe come mezzo per riparare i conti della vita.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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