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    Coronavirus, match rimandati e ritiri illustri: può forse l’UFC essere al tramonto del suo successo?

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    Sono tempi strani quelli che stiamo vivendo gente. L’epidemia mondiale di Coronavirus ha messo in ginocchio diversi settori, decretando la fine di un meccanismo che da troppo tempo si trascinava in una situazione di crisi che ostinatamente non voleva essere ammessa (e che attualmente viene negata) dai negazionisti della verità lapalissiana. Con la mancanza di grandi eventi dal vivo, che hanno di fatto rimandato tutto alla prossima estate che a quanto pare tutto potrà regalare tranne che la noia anche lo sport ha patito perdite di soldi in questo periodo di quarantena forzata. Non è da meno la UFC, la più importante organizzazione di arti marziali miste a livello mondiale, che sta provando a ripartire con i suoi eventi che senza pubblico presente sugli spalti causa pandemia non hanno però lo stesso fascino. Nel corso degli ultimi anni la UFC (acronimo di Ultimate Fighting Championship) ha assunto un ruolo sempre più centralizzato all’interno del mondo delle MMA, arrivando anche a rilevare manifestazioni di riferimento nell’ambiente degli sport da combattimento quali l’organizzazione nipponica Pride e quella statunitense della Strikeforce.

    Negli ultimi anni, sotto la presidenza dell’imprenditore Dana White, la UFC ha avuto un impennata di popolarità a livello mondiale, scontrandosi più volte con i volti corrucciati dei benpensanti che hanno cercato più volte di etichettare le arti marziali miste e l’UFC come uno spettacolo primitivo ( e che ha visto nella figura del senatore americano John McCain il suo più acceso oppositore). White ha fatto si che la Ultimate Fighting Championship venisse regolamentata e riconosciuta come una disciplina sportiva, arrivando anche a farla quotare in borsa (esattamente come avvenuto con la WWE, la federazione mondiale del wrestling) e permettendo ai lottatori Conor McGregor e Ronda Rousey di diventare gli ambasciatori della UFC e, di conseguenza, delle MMA nel mondo. In tutto questo il giro d’affari attorno alla UFC in termini di diritti televisivi, d’autore, abbonamenti pay per view e compagnia sonante è davvero vertiginoso. Ma non sono mancate polemiche e controversie che vogliono Dana White e l’UFC sul banco degli imputati per un presunto mero attaccamento ai soldi e non ad una vera crescita dei suoi atleti di punta.

    Ronda Rousey (a sinistra) e Conor McGregor (destra) i due atleti della UFC che hanno contribuito alla diffusione della fama delle MMA negli ultimi anni

    E proprio in uno dei momenti più difficili per lo sport mondiale e per la UFC, Dana White deve fare i conti con alcune questioni aperte che in questi giorni stanno prendendo forma: l’ennesimo ritiro di Conor McGregor dalle MMA e, di conseguenza, dalla UFC, la polemica con il controverso campione dei mediomassimi imbattuto da nove anni Jon “Bones” Jones, il Coronavirus e i rimandati match del nostro connazionale Marvin Vettori. Certo, non tutto quanto inserito in questo elenco è ascrivibile alle dirette responsabilità di White, però nonostante tutto le luci dei riflettori sono (anche) sui di lui. Si è prodigato in un botta e risposta al vetriolo a mezzo stampa (White) con Jones, il quale ha risposto colpo su colpo alle presunte accuse dell’attuale presidente della UFC che lo ha accusato di volere una borsa di trenta milioni (pari a quelle guadagnate dal pugile Deontay Wilder nel mondo della boxe). Tra accuse e smentite reciproche, il battibecco ha portato Jones e la UFC vedere il loro rapporto andare in rotta totale, con l’atleta che ha abbandonato la cintura. L’ennesimo ritiro di Conor McGregor (il terzo in carriera) giunge dopo un ritorno abbastanza convincente. Annunciato sul suo profilo Twitter (il social network usato, almeno in America, per le dichiarazioni importanti), diventa davvero difficile credere che sia una decisione definitiva. Che sia l’ennesimo colpo di scena di un personaggio che ha fatto della teatralità uno dei suoi punti forti dentro e fuori l’ottagono? Sul fronte italiano, che vede il trentino Marvin Vettori portare con onore il tricolore nell’ottagono della UFC, ha visto in poco tempo veder sfumare la possibilità di combattere a causa di infortuni e malori dei suoi avversari. Qualcuno che molto probabilmente detiene il titolo di più simpatico del suo androne dirà che è talmente forte da mettere paura agli avversari ma c’è dell’altro. Basti vedere il video girato nell’hotel a Jacksonville, negli USA, dove si è tenuta la cerimonia del peso dove l’avversario che avrebbe dovuto affrontare Vettori, Karl Robertson, non solo manca il peso ma si sente male costringendo Dana White ad annullare il match dove il fighter di Mezzocorona da sfogo a tutta la sua frustrazione per il lavoro di mesi mandati in fumo per questa mancanza di organizzazione.

    Mentre il povero stronzo che vi scrive sta battendo le sue grasse dita sulla tastiera del computer è arrivata l’ufficialità dell’idea che Dana White aveva da diverso tempo, ovvero il progetto della UFC Fight Island. Tale idea è stata partorita dal presidente della UFC durante il periodo di quarantena e vedrà un’isola (più in dettaglio quella di Yas Island, isola artificiale sita ad Abu Dhabi), ospitare quattro eventi nel mese di luglio così distribuiti: 11 luglio UFC 251, 15 luglio UFC Fight Night, 18 luglio UFC Fight Night e 25 luglio UFC Fight Night. Il Coronavirus sarà una delle grandi concause del raffreddamento di interesse da parte di pubblico nei confronti delle MMA a livello mondiale e, più in dettaglio, della UFC? E’ altresì vero che il dio denaro tutto vede e tutto compra, sempre nell’ottica che lo spettacolo deve continuare. E se non importa il fatto che lottatori illustri si stiano ritirando o che siano in guerra con l’UFC, l’importante è che i soldi continuino a girare nonostante tutto e tutti. Ma è veramente questo che il mondo degli sport da combattimento ha davvero bisogno? Ritrovarsi ad essere contenti nel vedere sul versante della Nobile Arte due grandi campioni del calibro di Mike Tyson e Evander Holyfield rischiare la vita per dimostrare s sé stessi, agli appassionati e agli addetti ai lavori di essere in grado di mettere KO anche l’incedere sibillino e bastardo del tempo? Oppure l’ennesimo incontro pseudo farsa come già abbiamo visto tra Mayweather Jr. e McGregor? Il tutto nell’ottica dello spettacolo e del guadagno a tutti i costi che manda a farsi fottere il senso puro dello sport. Sarà quindi crisi oppure il vaso di Pandora è stato già scoperchiato?

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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