Addio a Little Richard, The Original King of Rock & Roll
Little Richard è stato uno dei grandi protagonisti del Rock’n’Roll, capace di elevare all’ennesima potenza un genere musicale che nel corso degli anni si sarebbe evoluto in diverse versioni. Se è andato Quella di Little Richard (al secolo Richard Wayne Penniman) è stata, è e sempre sarà quella di un grande visionario capace di essere avanti anni luce rispetto ai suoi anni. A riprova di ciò c’è un dannatissimo motivo se ogni qual volta si ascolta una sua canzone non si può fare a meno di ballare. Lo stile inimitabile di Little Richard affonda le sue radici nel Blues, nell’R’n’B, del Gospel e del Boogie- Woogie mescolato ad un modo particolare di esibirsi caratterizzato da una vocalità gospel portata all’estremo, grida e spasmi. Anche la sua immagine era caratterizzata da un look decisamente appariscente, consistente in una acconciatura alla pompadour (taglio medio corto con un ciuffo di capelli rialzato sopra la fronte, molto in voga negli anni Cinquanta), un trucco appariscente e gli inconfondibili baffetti.
Le sue esibizioni dal vivo erano seguite da un nutrito gruppo di giovani che non erano visti di buon occhio dai loro genitori, parte integrante di quell’America bigotta e falsamente perbenista che bollava il rock come la musica del Diavolo. Little Richard era l’emblema della ribellione in quanto afroamericano, omosessuale e con una voglia matta di fare quella musica che faceva perdere il sonno ai benpensanti che tutto fanno tranne che farsi una sana teglia di cazzi propri. Il ritmo sincopato dei suoi brani li rendevano la colonna sonora perfetta per quella gioventù che, attraverso quelle nuove sonorità, volevano smarcarsi dai brani acqua e sapone alla Buddy Holly e che iniziava a seguire artisti del calibro di Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash e simili. Ciò si può notare nel brano Tutti Frutti di Little Richard (uno dei suoi brani più famosi se non il suo cavallo di battaglia per antonomasia insieme alla ritmatissima Lucille), brano pubblicato nel 1955 il cui titolo, di chiaro stampo italiano, venne alla co- autrice del testo Dorothy LaBostrie da un nuovo gusto di gelato di un chiosco vicino a casa sua. Famoso è anche l’intro iconico onomatopeico del brano, Womp-bomp-a-loom-op-a-womp-bam-boom!, che richiama il suono della batteria.
Con la morte di Little Richard se ne va uno dei protagonisti più iconici del rock, una figura in grado di tracciare una strada fondamentale per tante generazioni di artisti a venire. Ciò che lascia l’amaro in bocca è il fatto che le nuove generazioni (forse eccezion fatta per qualche rara e piacevolissima eccezioni) non conoscono la caratura del personaggio e tutta la sua grandezza a livello musicale. Resta il suo testamento musicale, imperituro per tutti coloro che omaggiano un modo di fare musica di un mondo ormai sbiadito e che, ahimè, inizia ad odorare di naftalina.
Hank Cignatta
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