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    Daiquiri Confidential

    Entro nella stanza della mia coscienza ed accendo momentaneamente l’interruttore che uccide l’oscurità dei miei pensieri. Il click metallico del mio Zippo dà il benvenuto alla fiamma che infiamma la sigaretta che stringo tra le labbra. Davanti a me, in tutto il suo vorticoso splendore, un monitor che trasmette il meglio e il peggio dell’anno che si sta preparando a morire per lasciare posto a quello nuovo. Aspiro il fumo quel tanto che basta per sentirlo penetrare nei miei polmoni bisognosi di aria decisamente più salubre. Afferro la mia coppa da cocktail e do il primo sorso al mio Daiquiri. Che il delirio abbia inizio.

    Mi scopro unico spettatore di quel programma che continua a monopolizzare il palinsesto della mia attuale esistenza. Nessuna interferenza al segnale, nessun telecomando per poter cambiare canale. Solo la mia alcolica sincerità su quello che è stato, quello che non è stato e quello che sarà ancora più luminoso di prima. Su quel monitor scorrono volti di persone che ho incrociato, altre che conosco, altre che ho avuto fortuna di dimenticare troppo in fretta e altre che mancano come pezzi di anima strappati via troppo presto per mezzo di una raffazzonata operazione chirurgica priva di anestesia.

    Disinfetto la mia anima ferita ma non ancora morta con un altro sorso del mio drink mentre sullo schermo si alternano, senza un motivo preciso, immagini di pura felicità natalizia. Alberi addobbati, luci colorate, persone festose intente ad intonare canti di natale. Spengo la mia sigaretta sul tavolo di legno che ho davanti dove qualcuno ha inciso con un coltello la scritta Coscienza, vuoto il contenuto della coppa da drink e fisso quelle scene. Sento che manca qualcosa, ma non so ancora che cosa. Le immagini si alternano sullo schermo in maniera vorticosa fino a rendere fastidiosa la visione. In sottofondo il ronzio di una luce al neon, che si fa sempre più insistente. Sempre più acuto, fino a raschiare le mie già lesionate sinapsi. Frugo nelle tasche della mia giacca. Estraggo un revolver scintillante, con il calcio in madreperla e la scritta Future in oro. Un solo colpo. Una sola possibilità. Prendo la mira e il suono dello sparo sovrasta ogni cosa. Spariscono le immagini e quel suono fastidioso. Tutto è più chiaro. Un nuovo anno e nuovi deliri si profilano all’orizzonte. Altro giro, altra corsa. E quel cazzo di Daiquiri non era affatto male.

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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