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    Gli Animaniacs, la parte folle dell’animazione degli anni Novanta

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    Gli anni Novanta sono stati una decade davvero pazza per quanto riguarda la produzione di serie animate. Come spesso accade tutt’ora molte di esse venivano date “in pasto” ai bambini, i quali non avevano modo di comprendere le assurde vicende contenute nelle storie, alle volte troppo assurde per essere comprese dalla fanciullesca innocenza dell’infanzia. Proprio in quel periodo la Warner Bros Animation, la divisione dell’omonimo studio cinematografico, stava apportando una vera e propria rivoluzione all’interno dell’animazione. All’origine di quella rivoluzione di immagini e di storie vi è la serie animata di Batman, capace di introdurre elementi molto dark all’interno della trama e nella psicologia dei personaggi.

    La sigla italiana della serie animata di Batman

    Il cartone animato di Batman (la cui sigla cantata da Cristina D’Avena è uno degli intramontabili cavalli di battaglia della cantante bolognese) ha tracciato la strada verso un tipo di intrattenimento animato che era in grado di creare anche una complessità nel carattere dei vari personaggi. Questo tipo di rivoluzione venne adottato dal dipartimento di animazione della Warner anche per un altro settore, che avrebbe rivoluzionato in modo indelebile con una nuova serie: gli Animaniacs. Questo è un vero e proprio delirio animato che vede come protagonisti i fratelli Warner (un mix tra topi e cani, non del tutto ben definito), identificati nei personaggi di Yakko, Wakko e della sorellina Dot. Quest’ultimi vivono nella torre idrica (realmente esistente) degli studi Warner Bros. situata a Burbank, California dove erano stati rinchiusi a causa dello scompiglio che avevano portato negli studi con la loro dirompente comicità. Come recita anche il testo della sigla i tre fratelli trovano il modo per fuggire, tornando a sconvolgere il mondo e dando vita ad un vero e proprio delirio animato fatto di parodie e sketch memorabili.

    I personaggio di Yakko, Wakko e Dot fanno da collante agli sketch degli altri personaggi che, episodio dopo episodio, vengono introdotti nello show. Insieme a loro infatti compaiono anche altri personaggi: il dottor Otto Scratchansniff (letteralmente gratta e annusa), psicologo dello studio palesemente ispirato alla figura di Freud; la formosa infermiera bionda, alla quale Yakko e Wakko si rivolgono con il loro tormentone ciaoooo infermiera! che crea, puntualmente, il disappunto della sorella Dot; Ralph T. Guardia, la guardia responsabile della sicurezza degli studi Warner Bros che insegue sempre Yakko, Wakko e Dot con un retino per ricacciarli nella torre idrica.

    I personaggi di Animaniacs. In senso orario: Pollo Boo, Ralph T. Guardia, Minerva Visone, l’Infermiera, I Picciotti, Rita e Runt, Mignolo e Prof, Vera Peste, Cocco, Flavio e Marita, Il Mimo, Thadeus Plotz, Mindy e Bottone, Yakko, Wakko e Dot e il dr. Stratchansniff

    Da qui vi sono altri personaggi che creano la struttura degli sketch di cui si compongono i vari episodi: Pollo Boo, un pollo gigante che non sa parlare e che in ogni puntata viene scambiato per un personaggio tratto da film e serie tv: il tutto finisce quando la sua vera identità viene scoperta con sommo disappunto dei personaggi di contorno del segmento; Mignolo e Prof, due topi geneticamente modificati che vivono in un laboratorio. Prof è un genio ed escogita sempre dei piani per poter mirare alla conquista del mondo mentre Mignolo è di una stupidità inaudita e segue Prof in ogni suo folle piano che puntualmente fallisce; I Picciotti, piccioni siciliani che si lanciano in bislacche avventure; Vera Peste è una star dei cartoni animati degli anni Trenta. Vive con suo nipote Cocco, a cui deve insegnare come vivere; Rita e Runt sono una gatta e un cane randagio che si aiutano a vicenda ad uscire da mille guai; Katie la bomba è un’adolescente che vive con la sua famiglia perfetta. Ha un pessimo carattere e ogni volta che qualcuno la contraddice o le fa qualche osservazione assume la forma di un mostro; Bottone e Mindy sono un cagnolone e una bambina che vivono assieme. Quest’ultimo è costantemente impegnato a sorvegliare Mindy, che si mette sempre nei guai dai quali Bottone puntualmente la salva.

    I fratelli Warner, Yakko Wakko e Dot, in un fotogramma della sigla che apre ogni episodio

    La serie in Italia è stata trasmessa per la prima volta nel 1996 su Rai Due all’interno del contenitore per bambini Go- Kart per poi essere replicata su Boing nei primi anni di vita del canale. Esattamente come è capitato e come ancora capita per molte serie animate gli Animaniacs sono stati frettolosamente etichettati come un prodotto destinato ai bambini, mentre in realtà il target di questo show è riservato ad un pubblico adulto. Per carità, nessuna oscenità o scene politicamente scorrette alla Griffin o simili: molto più semplicemente la complessità dei riferimenti culturali delle varie parodie sono assai difficili da comprendere ad un pubblico di minori. Ciò è maggiormente rafforzato dal fatto che molti dei programmi o dei personaggi raffigurati fanno parte della cultura di massa statunitense che qui da noi non sono conosciuti. Creati da Tom Ruegger e dalla Amblin Entertainment di Steven Spielbierg, gli Animaniacs sono stati uno dei tanti casi atipici in grado di avere la propria fama immutata nel tempo. Anche le nuove generazioni (grazie alle repliche e ad alcuni spezzoni presenti su Youtube) hanno modo di apprezzare la malata genialità comica di un prodotto che rimane sempre attuale. E’ previsto infatti per quest’anno un reboot della serie che dovrebbe cercare di rinverdire la popolarità della serie. Ma siamo sicuri che il pericoloso cappio del finto perbenismo che vige nella società odierna sia in grado di far conservare lo spirito marcatamente cazzaro e canzonatorio di un cartone animato così fottutamente avanti sui suoi tempi?

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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