Rory Gallagher, storia di un dimenticato virtuoso della chitarra elettrica omaggiato da Jimi Hendrix
Nel caso ve lo foste chiesti: no. Non stiamo parlando del padre di Liam e Noel degli Oasis. Rory Gallagher è stato un genio indiscusso ma ahimè dimenticato della chitarra elettrica e del rock. Ammiccante è il suono della sua musica che dalle casse si propaga fino a far vibrare il diapason del cuore. E quel diapason si muove impazzito: nota dopo nota, brano dopo brano, disco dopo disco. Nato a Ballyshannon, nord ovest dell’Irlanda, dimostrò fin dalla tenera età quell’abilità alla chitarra che lo avrebbe reso un grande virtuoso dello strumento.
Durante l’adolescenza si trasferì a Londra nel pieno della cosiddetta British Invasion dove diede vita ai Taste, un leggendario power trio blues rock di cui va ricordata la suggestiva esibizione al Festival dell’Isola di Wright del 1970. Il rock, in quel periodo all’apice della sua sperimentazione creativa, era caratterizzato da grandi trii del calibro dei Jimi Hendrix Experience e dei Cream, per citare i più famosi. La magia dei Taste però si interruppe bruscamente nel 1971 quando Gallagher scoprì di essere vittima di una truffa economica a suo danno realizzata dagli altri membri del gruppo Richard McCracken (basso) e John Wilson (batteria), con la connivenza del manager della band.
Da qui in poi per Rory Gallagher si palesò l’occasione di una carriera solista che si sarebbe rivelata non solo la migliore scelta professionale possibile, ma anche quella che lo avrebbe reso un grandissimo musicista. Il problema di questi tempi bui è che manca quella curiosità che porta a più alte vette di percezione in grado di far conoscere musicisti di strabiliante talento come quello del chitarrista irlandese. Con le sue immamcabili camicie a righe ha anticipato di vent’anni buoni l’uso che la Generazione X del Grunge avrebbe fatto in seguito. Anche Jimi Hendrix, nel corso di un intervista rilasciata subito dopo la sua leggendaria esibizione di Woodstock ha riconosciuto il genio creativo di Gallagher. Un giornalista gli chiese: ” Jimi che cosa si prova ad essere il chitarrista più bravo del mondo?” ed Hendrix, candidamente rispose: “Non lo so, chiedetelo a Rory Gallagher”.
La tonante potenza elettrica della sua chitarra, mista a quella voce dal tono elegante e perfetta per una chiave più “moderna” del blues è incastonata per sempre in brani epici quali Bad Penny, A Million Miles Away, Tattoo’d Lady e Laundromat. Scegliere un solo brano proveniente da questo straordinario artista sarebbe fare un torto ad un immenso campionario di canzoni e album dai quali si deve attingere a piene mani per venire a contatto con delle sonorità che rischiano diventare un timido eco sonoro nel vento di un modo geniale, diretto ed immortale di fare musica.
Hank Cignatta
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