Giornalisti senza piombo #1: Il rum Baron Samedi
Il custode della morte mi guardava in modo perverso. E la mia ragazza in tutta risposta mi disse “E pagalo no? Così la facciamo finita!” . Messa cosi sembra veramente torbida. In realtà è andata in questo modo. Ero in un noto locale del Padovano a bere un aperitivo con la ragazza con cui mi vedo e parlando ho notato la bottiglia del rum Baron Samedi sugli scaffali. E non ho più smesso di fissarla. La bottiglia, ovviamente.
Baron Samedi. Noto operatore del grande show Voodoo Haitiano. Poco raccomandabile beone e fumatore. Potente figura mitologica. Il traghettatore dei morti nella sua funzione simbolo. Molto elegante con il suo bel cilindro e gli occhiali scuri. La sua faccia, rappresentata sulla bottiglia del rum col suo nome mi ha ipnotizzato. Ho dovuto acquistarla. La sua faccia sull’etichetta è composta da animali (coccodrilli, pappagalli, serpenti) e da umani. Come dogma vodoo comanda.
Voi adesso vi aspettereste che il rum Baron Samedi venga prodotto in luoghi come Haiti, Cuba o Jamaica. Invece no: è un marchio inventato da Campari che riprende la mitologia haitiana. Viene realizzato miscelando rum jamaicano e caraibico nei quali vengono lasciati a macerare diverse spezie che risultano poi evidenti all’olfatto: cannella, chiodi di garofano e cacao assieme a vaniglia ed a una non meglio precisata spezia Haitiana. Un po’ come l’ingrediente segreto della Coca Cola. Rende il tutto ancora più misterioso.
Dopo il terzo bicchiere comincio a capirne di più su sentori e profumi. Questo perché ho preso in mano la scheda tecnica che recita: colore ambrato intenso (ci sono), note di noce moscata e nocciola (Ok) e gusto corposo con finitura liscia (che vuol dire tutto e niente). Al quinto bicchiere comincio a credere che ci sia un losco figuro con un cappello a cilindro ed il sigaro che mi guarda da dietro il divano. Al sesto mi ha parlato. La senti la noce moscata?, mi ha chiesto con voce luciferina per poi mettersi a ridere. Alla prossima bevuta.
D Controversy
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