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    Victorinox, il culto della perfezione

    Avevo circa dodici anni quando, per l’ennesima volta, mi sono ritrovato con il naso appiccicato alla vetrina della coltelleria del mio quartiere. L’esposizione di quel negozio mi affascinava a tal punto da rimanere in adorazione di quei coltelli: in particolare ero attratto dai coltellini svizzeri, che presentavano un numero impressionante di strumenti in uno spazio ridotto. Ve ne erano diversi modelli differenti per colore, forma e dimensione ed era come entrare in un mondo a sé stante. Era un gadget che proiettava il suo possessore in uno stato di ammirazione assoluta tra gli amici e i compagni di scuola. Ma ciò che attirava maggiormente la mia curiosità era l’espositore: si trattava di un coltellino svizzero gigante alimentato a corrente, che muoveva la maggior parte degli strumenti per far vedere le caratteristiche tipiche presentate da quel piccolo ritrovato dell’ingegno elvetico.

    Espositore della Victorinox, un oggetto mitico della mia infanzia

    Ricordo ancora quando avevo quindici anni e mio padre mi portò in quella stessa coltelleria per regalarmi il mio primo coltellino svizzero. Un regalo per me dal valore immenso ma che comportava anche una grande responsabilità: mi fece infatti promettere di non portarlo mai in giro e di tenerlo sempre in casa, altrimenti me lo avrebbe tolto. Nonostante il mio desiderio di mostrarlo a tutti i miei amici e compagni di scuola, tenni sempre il mio Mini Swiss Champ a casa e lo usavo per qualche lavoretto, per poi riporlo nella sua pratica custodia di pelle con il logo della Victorinox che faceva bella mostra di sé accanto al velcro che custodiva quel regalo che ha significato (e continua a significare tutt’oggi) molto per me. Da allora sono passati diverse tipologie di coltelli di diverse marche e anche altri modelli della stessa casa elvetica, ma quel coltellino ha da sempre un posto speciale all’interno della mia collezione.

    Il Mini Swiss Champ, il mio primo modello di coltellino svizzero

    Da allora sono sempre rimasto affascinato dalla Victorinox, storico marchio svizzero con sede a Ibach, nel Canton Svitto. L’azienda è stata fondata nel 1884 dal coltellinaio, imprenditore ed inventore elvetico Karl Elsner il quale, dopo aver svolto un apprendistato come coltellinaio a Zugo ed aver lavorato alcuni anni come operaio, aprì una fabbrica a Ibach di produzione di coltelli e strumenti chirurgici. Elsner scelse come nome della sua azienda Victorinox, unendo il nome della madre Vittoria con il termine francese con il quale ci si riferisce all’inossidabilità dell’acciaio. A partire dal 1891 Elsner inizio a fornire l’esercito svizzero con alcuni coltelli prodotti in territorio svizzero e non importati dalla Germania. Questi primi modelli erano provvisti di un manico in legno e presentano strumenti quali una lama, un cacciavite, un apribottiglie ed un punteruolo. L’evoluzione si ebbe nel 1897, quando Elsner studiò e brevettò una versione provvista di uno speciale meccanismo a molla che permetteva al coltellino di poter introdurre più utensili in un manico delle stesse dimensioni. La leggenda vuole che l’iconico colore rosso delle guancette (la plastica che ricopre il manico del coltello) sia stato scelto in quanto più facilmente visibile quando cadeva nella neve. Il resto è storia sia del marchio sia di quell’oggetto che continua ad essere sinonimo di praticità ed eleganza.

    Il primo modello di coltellino svizzero

    Oltre alla Victorinox un altro marchio ha operato nella realizzazione dei coltellini svizzeri: l’azienda “concorrente” era la Wenger, fondata nel 1893 da Paul Boechat e che nel 1901 fornisce i primi coltellini all’esercito svizzero. Nel 1908, per evitare eventuali frizioni tra i due cantoni dove avevano sede le due aziende produttrici di coltellini, l’esercito elvetico trova un compromesso che fissa a metà la quota di acquisti da effettuare da ciascuna azienda. La convivenza tra i due marchi si fa pacifica anche nello slogan da loro adottati per commercializzare i loro coltellini (Victorinox opterà per un coltellini svizzeri originali mentre la Wenger i veri coltellini svizzeri) senza dimenticare lo spirito commerciale, finché dopo gli attentati dell’undici Settembre 2001 la Wenger entra in crisi per via delle restrittive norme aeroportuali che impedisce di portare coltelli tascabili per ovvie ragioni di sicurezza e nel 2005 viene acquistata dalla Victorinox, anche se i due marchi continuano ad esistere legalmente in maniera distinta. A partire dal 2013, dopo centoventi anni di storia, la Wenger viene completamente assorbita dalla Victorinox, la quale inserisce nel catalogo dei suoi prodotti anche i modelli di coltelli realizzati da Wenger, che attualmente produce orologi e articoli aziendali da viaggio. Nel corso degli anni la Victorinox, oltre a diventare l’azienda leader mondiale nella produzione di coltellini svizzeri, si è adeguata al progresso tecnologico e alle esigenze dei suoi clienti, presentando modelli che implementano anche parti tecnologiche come chiavette usb e lettori mp3. Il tutto senza dimenticare la tradizione, la praticità e la rigorosa attenzione che impiega nella realizzazione dei suoi coltellini svizzeri, che fa del culto della perfezione una vera e propria forma d’arte.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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