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    Il Karambit e il fascino di un coltello dalla storia millenaria che ha conquistato il mondo

    Il coltello si può considerare il secondo migliore amico dell’Uomo, che lo ha accompagnato fin dalla sua comparsa sulla Terra e con esso si è evoluto, diventando uno strumento in grado di abbracciare negli ultimi anni anche le più complesse tecnologie in termini di materiali e tecniche di realizzazione. Certi modelli di coltello hanno riscosso negli anni molto successo, diventando popolari per il loro impiego in pellicole cinematografiche: basti pensare al coltello impiegato da John Rambo nell’omonima e fortunata saga cinematografica. Tale modello si basa sul disegno di quelli impiegati dagli aviatori nella seconda guerra mondiale: il successo dei film del veterano del Vietnam interpretato da Sylvester Stallone, intento ad usare questa lama nella giungla e nei contesti più disparati ha fatto si che tale modello diventasse tra i più famosi ed iconici coltelli da sopravvivenza di sempre. Sempre per il suo impiego in ambito cinematografico negli anni Ottanta e Novanta grande popolarità ha acquistato il cosidetto coltello a farfalla o Balisong, coltello con manico che si apre in due parti in modo longitudinale e una delle armi principali dell’arte marziale filippina del Kali, per scoprirne la lama.

    La stessa cosa sta avvenendo da qualche anno con un particolare coltello dalla lama ricurva a forma di mezzaluna chiamato Karambit: molto probabilmente il suo nome può non dirvi molto ma è facile vederlo in film, serie tv e videogiochi. La storia di questa arma risale al tredicesimo secolo, dove nella zona del sud est asiatico (Indonesia e Filippine) era largamente impiegato con il nome di Kuku Bhima (artiglio di Bhima). Bhima è una divinità induista, rappresentata con un coltello molto simile ad un karambit.

    Un moderno modello di Karambit

    Con l’avvento dei mercanti arabi nella zona del sud est asiatico, il karambit ha subito un cambiamento nella forma che si ispira molto al coltello curvo arabo, il Janbya per poi assumere la caratteristica forma della lama a mezza luna simile ad un artiglio di trigre (che è la traduzione letterale del termine karambit), animale da sempre temuto e rispettato nella tradizione induista. Il Karambit è un tipo di coltello che si presta particolarmente bene a determinati contesti tattici: originariamente la punta era intrisa con del veleno e la forma particolarmente ricurva della lama lo rendeva (e lo rende tutt’ora) uno strumento ideale per tagliare vasi sanguigni e per recidere i tendini delle braccia e delle gambe. esso è largamente impiegato anche in diverse arti marziali asiatiche, tra le quali spiccano il Kali e il Pencak Silat. Il Karambit si può impugnare dal manico come un coltello qualsiasi o dall’anello, che permette di farlo ruotare sull’indice, andando così ad aumentare il raggio di azione e renderla un’arma particolarmente pericolosa in quanto più facile da occultare nel pugno, permettendo così di portare colpi a sorpresa. Va da sé che nel corso degli anni, rispetto ai modelli tradizionali, hanno trovato impiego modelli più piccoli che ne hanno migliorato la maneggevolezza, annoverandolo così come un coltello pratico in ambito tattico e da difesa. Particolarmente interessante è il lavoro del maestro filippino Tuhon Ray Dionaldo (definito il re del Karambit), fondatore del Filipino Combat System (FCS), che fonda insieme elementi di diversi stili di arti marziali filippine tra i quali il Sayoc Kali del Maestro Baltazar “Bo” Z. Sayoc e il Modern Arnis di Remy Presas (fratello del leggendario Maestro Ernesto Presas, fondatore del Kombatan) e che fa dell’insegnamento dell’uso del Karambit uno dei suoi punti di forza.

    Dietro al fascino cinematografico quindi, si cela storia e tradizioni che rendono il Karambit (così come tutti i coltelli) affascinanti testimonianze della storia dell’uomo e del mondo, così complesso ma ancora ricco di storie tutte da scoprire.

    Hank Cignatta

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