Editoriale Gonzo: Il buio Natale di Nevrotic Town
Le vetrine addobbate e le vie illuminate a festa stridono con l’umore di Nevrotic Town (o Torino, se siete appassionati di egittologia) degli ultimi tre giorni. La tragedia del crollo della gru avvenuto sabato mattina nel capoluogo piemontese, costato la vita a tre operai e il ferimento di tre passanti, sta tenendo banco nella cronaca nazionale e lo farà ancora per diverso tempo. Uno schianto che ha squarciato la tranquillità natalizia di una città che, con la sua flemma sabauda, si sta preparando a vivere anche quest’anno le festività natalizie con numerose incognite, una su tutte il dilagare dei contagi della variante Omicron del Covid 19. Uno schianto che ha spezzato la vita di tre persone che stavano facendo il loro lavoro. La tragedia nella tragedia è la scomparsa, a soli vent’anni, dell’operaio più giovane delle vittime coinvolte in questo assurdo incidente. Nelle ore immediatamente successive alla tragedia le istituzioni si sono date un gran daffare a rilasciare dichiarazioni roboanti, che hanno il medesimo tono di tutte le altre tragedie che, ahimè, continuano a costare un assurdo tributo di vite umane.
Ogni parola, detta o scritta (comprese queste poche righe) lasciano davvero il tempo che trovano in una situazione come questa. Nevrotic Town (o Torino) ha uno spirito molto forte, con il quale è riuscita ad uscire da numerose tragedie che l’anno colpita: dalla terribile scomparsa del Grande Torino all’incendio del Cinema Statuto (costato la vita a sessantaquattro persone e in grado di cambiare definitivamente le regole sulla sicurezza dei cinema italiani) fino al rogo della Thyssenkrupp e alla tragedia di sabato avvenuta in via Genova, nel popoloso quartiere Lingotto. Sarà quindi un Natale decisamente più buio, qui a Nevrotic Town, dove nella data dei funerali dei tre operai morti nell’incidente verrà proclamato il lutto cittadino. Una città che si stringe al dolore di tre famiglie che non avranno più modo di stare con i loro cari, affinché non vi siano più tributi di vite umane sui luoghi di lavori. Almeno fino al prossimo incidente e alle prossime vittime, italicamente parlando (ma, soprattutto) pensando.
Hank Cignatta
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