Editoriale Gonzo: Torino e la partita a scacchi con il suo futuro
In questo primo lunedì di ottobre Torino si stiracchia su un letto di nuvole grigie. La scala cromatica della sua beltà riflette i timori circa il suo futuro, ovattato e a tratti incerto: da una parte una città con velleità di rinascita, in attesa perenne di potersi smarcare dal ruolo di quella città industriale e trovare quella sua nuova dimensione che, senza l’automobile che ormai sfreccia da tempo a tutto gas verso altri più interessanti lidi, pare faccia fatica a trovare. Dall’altro i dubbi per ciò che sarà, in una sfida con l’eterna vicina-rivale Milano che da tanto tempo è in grado di mettere sul piatto della bilancia tantissime cose in più.
E’ una città con tanto desiderio di riscatto, la mia Torino, che vivo quotidianamente. Una città che perfetta come set cinematografico ma che ha decisamente bisogno anche di molto altro. E mentre si attende il responso delle elezioni amministrative, Torino e i suoi abitanti aspettano, cullati dall’ombra della Mole che tutto sa e tutto vede. Nella speranza che questo torpore possa essere solamente un ricordo e che le varie promesse elettorali non si disperdano nello smog di una città sonnecchiosa ma molto intraprendente. E nella speranza che possa esserci un nuovo ed importante inizio per Torino, brindo alla tua, città mia. Con i più sabaudi e Gonzi auguri.
Hank Cignatta
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