Ad Ovest di Babalù, dove il mare luccica e la papera galleggia
Metti una sera a teatro. Il Teatro blu di Buriasco (provincia di Nevrotic Town o Torino, se siete appassionati di toponomastica) per la precisione, dove va in scena Ad Ovest di Babalù, arguta commedia scritta da Gian Carlo Fantò con Brunello Mout. Fantò si è anche occupato della regia. Verso le 21 il pubblico c’è, nel pieno rispetto delle vigenti normative anti Covid ma con tantissima fame di teatro vero, quello fatto con sapiente maestria e tagliato su misura di una platea ormai abituata al meglio. Fantò è seduto accanto a me quando il sipario si apre. “Questa è la vera prova del nove per un regista”, mi confessa avvolto nel suo sorriso sornione da Jokerman, uno dei suoi marchi di fabbrica. Le luci si accendono e vengo catapultato con gli altri spettatori a Joshua, isolotto suggestivo (e decisamente naif) ad Ovest di Babalù, dove il mare luccica e la papera galleggia. Protagonisti sono Francesco e Luisa, individui che cercano di mettere alla porta i pensieri della quotidianità per dedicarsi ad una vacanza da raccontare. Il primo sbaglia stanza e si ritrova proiettato nella vita di Luisa, nelle sue paure e nel suo carattere spigoloso. Se poi a tutto questo aggiungete il fatto che un blackout sull’isola porta a doversi adattare, rendendo il dispositivo che apre e chiude le stanze inservibile e costringendo i due a ventiquattr’ore di esilarante convivenza forzata, la storia si racconta da sé.
La bravura dei due attori protagonisti, Giulio Liberati e Alessandra Botticelli, rendono il tutto assai gradevole, divertente e mai banale. Il tutto condito da intermezzi musicali che si sposano alla perfezione con quanto viene messo in scena. Ad Ovest di Babalù è una produzione comica di puro stampo Fantòniano, dove si ride di gusto ma con intelligenza. Fantò volge lo sguardo al palcoscenico con amore paterno, vivendo e gestendo l’evolversi degli eventi recitati con quella perizia che rende genuina, sincera e diretta la sua visione di intendere e di fare teatro.
L’ho messa, una sera a teatro. E non poteva essere scelta migliore, in un periodo storico nel quale c’è davvero un gran bisogno di quel calore umano che solamente un pubblico che freme dalla voglia d’esser inebriato dalla magia di una nuova storia sa trasmettere. Tutto funziona alla perfezione sull’isola di Joshua, cruda isola ad ovest di Babalù, dove il mare luccica e la papera galleggia. E il pubblico del Teatro Blu di Buriasco applaude di vivo gusto.
Hank Cignatta
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Si ringrazia per le foto Daniele Cimmino
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