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    In Living Color, un divertentissimo pezzo di storia della comicità televisiva americana

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    Youtube, per certi versi, è una cosa davvero fantastica. Come per tutte le cose figlie di Internet, se le si sa usare, possono dare grandi soddisfazioni. Il Tubo del Web può anche trasformarsi in una fantastica macchina del tempo: ci si può trovare contenuti di una televisione che non c’è più, di una società che nonostante fosse all’inizio del suo incasinamento sapeva ancora chi era e di un mondo che decisamente non esiste più. Si possono anche trovare programmi televisivi molto famosi oltreoceano e mai approdati qui da noi. E’ il caso di In Living Color, strepitoso programma comico andato in onda sulla Fox dal 1900 al 1994 e composto da cinque stagioni.

    La sigla della prima stagione di In Living Color

    Il programma nasce da un’idea di Keeneen Ivory Wayans (regista dei primi due film della saga di Scary Movie) e suo fratello Damon (famoso per la sitcom Tutto in Famiglia nel ruolo del capofamiglia Michael Kyle e la serie Lethal Weapon in quello di Roger Murtaugh), i quali volevano creare uno show con sketch comici che fossero incentrati sulle questioni quotidiane degli uomini e delle donne di colore. Ciò era in contrapposizione a ciò che proponeva il Saturday Night Live, altro programma storico della televisione e della risata statunitense, che in quel periodo annoverava all’interno del suo cast comici per lo più bianchi. Il cast era composto, tra gli altri che si sono susseguiti nel corso delle cinque stagioni, da Keeneen Ivory Waynas, i suoi fratelli Damon, Shawn e la sorella Kim nonché Jim Carrey (all’epoca accreditato come James Carrey) all’inizio della sua carriera e da Jamie Foxx.

    Il cast della prima stagione di In Living Color. In alto da sinistra un giovane Jim Carrey

    La comicità geniale degli sketch e la genialità disarmante con i quali erano proposti ha fatto si che lo show acquistasse ben presto un grande favore di pubblico, diventando uno degli appuntamenti di punta della televisione del periodo. Il programma poteva contare anche sull’incontenibile estro comico di Jim Carrey, il quale proprio durante lo show ha tenuto a battesimo alcuni dei suoi personaggi più geniali quali l’incompetente ed idiota vigile del fuoco Fire Marshall Bill e body builder distrutta dagli steroidi Vera De Milo.

    All’interno dello show c’era anche un corpo di ballo, chiamato The Fly Girls, nel quale ha preso parte anche una giovane Jennifer Lopez all’inizio della sua carriera. In Living Color è stato il trampolino di lancio per numerose future star della comicità quali Chris Rock, lo stesso Jamie Foxx, Tommy Davidson e David Alan Grier. Interessanti anche gli intermezzi musicali, con artisti del mondo dell’hip hop del periodo e non solo quali A Tribe Called Quest, Queen Latifah, Public Enemy, Ice Cube, Big Daddy Kane, Kris Kross, Mary J. Blige, Eazy E e tanti altri. In Living Color era la quint’essenza della televisione degli anni Novanta: una sigla e uno studio molto colorati, la libertà di scherzare su tutto e tutti senza prendersi fottutamente troppo sul serio all’interno di una società che sapeva ancora quando ridere di gusto di sé stessa e dei suoi difetti e quando era il momento di prendersi sul serio. Negli anni il programma è diventato un vero e proprio cult, grazie anche alla fama acquisita da diversi membri del cast. Dopo un timido e recente tentativo di revival da parte di Keeneen Waynas del 2011, sia lui che la Fox dopo aver girato alcuni episodi pilota sono giunti alla conclusione che lo show non era sostenibile da creare. Negli Stati Uniti il programma è molto famoso e continua ad essere conosciuto anche dalle nuove generazioni: recentemente il cantante Bruno Mars ha recentemente omaggiato lo show nel video della sua canzone (come anche chiaramente scritto alla fine dello stesso video). Una testimonianza di quanto fosse bello quel periodo, neanche troppo lontano, dove si poteva ridere di gusto senza che nessuno fosse terribilmente condizionato dal mortale morbo dell’indignazione a comando.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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