
Editoriale Gonzo: I social sono un pozzo (nero) bellissimo
Aveva fatto scalpore qualche mese fa la storia di Malika Chalhy, ragazza ventiduenne di Castelfiorentino (Firenze) cacciata di casa e disconosciuta dalla sua famiglia perché lesbica. La notizia ha scosso l’opinione pubblica a tal punto da mobilitare la macchina della solidarietà, che si è adoperata per creare una raccolta fondi del valore di oltre cento cinquantamila euro affinché la ragazza potesse incominciare una nuova vita insieme alla ragazza che ama, nonché per poter riuscire a far fronte alle quotidiane spese vive. La vicenda è stata riportata da tutti i quotidiani nazionali, arrivando anche ad essere ospitata al Maurizio Costanzo Show per raccontare il suo vissuto.

La storia umana di Malika si è però incrociata con una storia Instagram pubblicata sul profilo di Gaia Zorzi, sorella di Tommaso, volto noto di alcuni programmi televisivi attuali, mentre era a bordo di una Mercedes che si è rivelata essere di Malika. Da lì la bolla scoppia e iniziano ad emergere presunti dettagli su come siano stati spesi dalla ragazza i proventi di quella raccolta fondi: dopo la Mercedes un appartamento a Milano e poi l’acquisto di un cane di razza Bulldog francese da duemila cinquecento euro. Lo sfaccendato utente medio cerca di trovare un modo per darsi sollievo alle mani e piovono insulti, prese in giro, minacce di morte e anatemi vari.

In tutto questo contesto l’irrefrenabile frenesia dell’utente medio ha dato spazio alla sua più bieca ignoranza, prendendosela con la cantante Malika Ayane, “colpevole” di avere in comune lo stesso nome della ragazza di Castelfiorentino. L’odio social va avanti, fottendosene allegramente di comprendere se la persona alla quale tantissime persone rivolgono prove tangibili di essere un sincero spreco di ossigeno. Delirio che si amplifica in mezzo ad altro delirio, ignoranza che genera altra ignoranza. I social network sono la triste cartina tornasole di questa incasinata realtà che tutto vuole e davvero nulla stringe, se non figure barbine.
Hank Cignatta
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