La rubrica delle curiosità di Alan Comoretto
Cari lettori torna di prepotenza la Rubrica delle Curiosità, pronta a darvi sollievo alle mani in questo scoppiettante, afoso e rovente inizio d’estate. Mentre siete prossimi al divorzio nel cercare di trovare la meta per le vostre prossime vacanze o a vincere il titolo di campioni italiani di sudorazione competitiva, mettetevi comodi che Alan Comoretto è tornato per cercare di dare un senso al vostro diritto di voto fornendovi pillole di cultura.
Non ve ne fregherà un cazzo e su questo concordo con voi, ma devo dirvelo: io vivo al Sud, nella magnifica e soleggiata Sicilia. Nonostante questo, il giornale nasce e vive a Torino (o Nevrotic Town, come piace chiamarla a quel sociopatico del nostro direttore Hank Cignatta). Il capoluogo piemontese è da sempre affascinante, ricco di storia e di misteri. E’ la città della Mole Antonelliana, del Museo Nazionale del Cinema, dove Dario Argento ha girato Profondo Rosso e tanti altri film della sua prestigiosa e brividosa carriera, del Toro e della Juve, del giandujotto, della Fiat, de La Stampa, dei temporali estivi che mandano in tilt tutta la città, del traffico, dello smog e dei Subsonica. E ci sarà un cazzo di motivo se Nietzsche è venuto ad impazzirci.
Prima che rompiate i coglioni sul perché mi sia deciso a tornare a picchiare i tasti della tastiera del mio computer, dovete sapere che il 21 giugno vi è stata la ricorrenza della cessione della città di Torino, storicamente appartenuta al marchesato Monferrato, il quale fu un antico stato preunitario a partire dal XI secolo d.C. Questo secolo, oltre ad essere grandioso perché viene subito dopo il X, è stato quello in cui la grande dinastia degli Aleramici (che non è un gruppo di appassionati di fumetti ma bensì una delle più importanti ed influenti famiglie feudali possidenti all’interno del territorio italiano, mica pizza e fichi) decise di suddividere i beni, creando di fatto delle ulteriori discendenze che daranno effettivamente un’identità ad ogni stato fino alla discesa dei Savoia.
E mentre anche oggi volgiamo lo sguardo alla volta celeste, pregando la divinità dell’afa di darci anche oggi il nostro furioso temporale tropicale quotidiano, tra queste blasonate e ricche discendenze ricordiamo il marchesato Monferrato, che tra i tanti territori riuscì ad ottenere la città di Torino appartenuta ai suddetti marchesi fino al 1280. Questa data ve la dovreste tatuare in quanto avvenne la cessione della cittadina piemontese da parte del Marchese Guglielmo VII del Monferrato a Tommaso III di Savoia.
Tutto l’affare avvenne il 21 giugno 1280: a partire dalla suddetta data, la cittadina piemontese entra a far parte della dinastia Savoia dopo un lungo marchesato. La famiglia Savoia si ricorda non soltanto per essere stata la linea dinastica dell’ultimo Re d’Italia Vittorio Emanuele, ma anche perché fu certamente una tra le più importanti ed antiche famiglie universalmente riconosciute di cui si ha notizia a partire dalla fine del X secolo all’inerno di un territorio che faceva capo al regno di Borgogna (che si può identificare ad oggi come una sorta di Europa medievale). Dopo qualche tempo, la dinastia Savoia spostò i suoi interessi ed i suoi capitali dalle zone alpine non ancora facenti parte del territorio italico verso la penisola italiana (all’epoca più fiorente), portando la città di Torino a diventare prima capitale del regno sabaudo nel 1563 per poi farla divenire capitale del regno d’Italia a partire dal 1861 al 1864 anno in cui il testimone passerà a Firenze. Vi è piaciuta la piccola pillola di storia che vi ho raccontato? Bene, ne sono felice. Non vi è piaciuta? Non è un problema, per voi c’è sempre una nuova edizione di qualche reality pronto a nutrirsi della vostra crassa ignoranza. Restate nelle vicinanze perché quando meno ve lo aspettate, Alan Comoretto vi stupisce con le sue curiosità. Buona estate sudata a tutti.
Alan Comoretto
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