Editoriale Gonzo: Il rumore del Razzo Cinese ha terrorizzato anche l’Occidente
Scampato pericolo per il territorio italiano, messo in allerta dalla Protezione Civile nella giornata dello scorso otto maggio aveva diramato un allarme (non particolarmente preoccupante) per la discesa del secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B (che suona terribilmente come il nome di una matita da disegno) che ha destato particolare preoccupazione per il suo presunto passaggio nel raggio di nove regioni del sud Italia (rispettivamente Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) . L’accorato consiglio della Protezione Civile? “State in case ed evitate di restare all’aperto”. Non sia mai che un detrito di un razzo spaziale (il più grande degli ultimi anni, tra le altre cose) possa sfondarvi il tetto e venire a farvi visita a casa senza che possiate offrigli qualcosa da bere o da mangiare. Dopo mille ipotesi di traiettorie di caduta ed una paura fottuta, il razzo del Dragone si inabissa all’alba del nove maggio nell’Oceano Indiano, in un’area vicina alle Maldive. Il rumore del razzo cinese ha terrorizzato anche l’Occidente. Per nulla.
Prove tecniche di presunta normalità per il nostro Paese, che dopo aver tirato un sospiro di sollievo per via dello scampato pericolo della discesa sul suolo italico dei detriti del suddetto razzo cinese, torna in gran parte in zona gialla. Tutte eccezion fatta per Valle D’Aosta, Sicilia e Sardegna che rimangono arancioni. Per tutte le altre regioni ci si potrà spostare liberamente e i ristoranti saranno aperti a pranzo e a cena all’aperto. Permane ancora il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, al vaglio del governo per una possibile procrastinazione dell’orario in vista dell’estate. In discussione anche la data di riapertura per il settore delle palestre e dell’indotto dei matrimoni, fermi da mesi assieme ad altre numerose categorie lavorative. Arriverà dunque la tanto agognata libertà? Chi vivrà vedrà, cromaticamente, cambiando.
Hank Cignatta
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