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    Viaggio nella storia dello skateboard parte terza: Tony Hawk e i suoi videogiochi, il successo mediatico dello skateboarding e l’introduzione a concetto di sport vero e proprio

    Dopo una battuta d’arresto dovuta alla diffusione e al successo della BMX, il mondo dello skateboarding ebbe un nuovo ritorno di popolarità nel 1983, periodo in cui nel mondo dell’editoria settoriale irruppe una nuova rivista chiamata Transworld Skateboarding.  Ben presto le rampe come luoghi in cui praticare e fare evoluzioni divennero luoghi molto frequentati dagli skaters e la società Powell-Peralta girò il primo video del suo gruppo di skaters, la Bones Brigade.

    Tutti i diritti riservati alla Powell- Peralta

    Ciò permise il successo di un nuovo modo di diffondere l’arte dello skateboard attraverso un particolare modo di ripresa, a stretto contatto con l’azione e girato attraverso un particolare obiettivo chiamato fisheye che, grazie alla sua capacità di abbracciare un angolo di campo non minore di 180°, permette una particolare e più spettacolare resa scenica. Nello stesso periodo emersero altri campioni che permisero di dare un nuovo impulso all’universo dello skateboarding nella specialità verticale, come Christian Hosoi, Lance Mountain, Neil Blender e Tony Hawk. Quest’ultimo sarà in grado di essere uno dei nomi più importanti del moderno skateboarding, anche grazie alla fama ottenuta con una serie di videogiochi per pc e per quasi tutte le consolle di videogiochi finora commercializzate. Il successo di Tony Hawk è tale che basta nominarlo per associarlo subito ad imprese memorabili, come l’invenzione di numerosi trick quali Madonna, Stalefish, McHawk, Varial McTwist e molti altri.

    Parallelamente alla rinnovata fortuna del mondo della tavola da skate, diversi produttori entrarono sul mercato lanciando linee di abbigliamento e calzature. Tra le più famose Powell- Peralta, Vision/Sims e Santa Cruz. Altri produttori quali Airwalk, Emerica, Vans e Vision ottennero un grande successo, diventando estremamente popolari anche tra i non skater. Verso la fine degli anni Ottanta lo street skate ebbe un’impennata di popolarità a discapito del vert. Questo fenomeno vide l’abbandono di grandi marchi da parte di numerosi skater pro, i quali si diedero da fare per avviare delle aziende in proprio. Ciò permise la nascita della cosiddetta “nuova scuola” dello skateboard, intesa come la conosciamo oggi. mI primi anni Novanta segnarono l’arrivo di una recessione mondiale che toccò diversi settori e quello dello skateboard non ne fu di certo immune. Parecchi produttori non riuscirono a fare fronte ai numerosi debiti e furono costretti a chiudere, mentre il mondo dello skate attendeva tempi migliori per poter tornare a rinnovarsi.

    Un fingerboard, riproduzione in scala 1:8 di una vera tavola da skateboard, diventata una vera e propria mania anche in Italia nei primi anni Duemila

    Durante questo periodo di crisi, proprio come avvenne per la BMX, sul mercato si affacciò un nuovo mezzo che rischiava di insidiare seriamente la popolarità dello skate tra i giovani, ovvero i Rollerblade. Ma non tutto era perduto, grazie anche alla diffusione della tv via cavo e di internet, che permisero di focalizzare l’attenzione dei mass media su uno sport che rischiava di tornare nel dimenticatoio. Il mondo dello skate ebbe la possibilità di ricevere una grande risonanza mediatica grazie all’inserimento della disciplina negli Xtreme Games, trasmessi dall’emittente sportiva via cavo americana ESPN2, dove nel 1999 Tony Hawk ebbe la possibilità di scolpire il suo nome nell’Olimpo di questa disciplina sportiva diventando il primo skateboarder della storia a compiere il truck 900 (ovvero una giravolta di due rotazioni e mezzo) in una gara. Il successo dello skateboard come lo intendiamo oggi lo si deve anche all’interessamento da parte dell’industria di Hollywood, alla perenne ricerca di storie nuove con le quali entusiasmare lo spettatore. Nel corso degli anni sono stati girati diversi film (alcuni dei veri gioielli e altri delle meteore da una visione e via) in grado di aiutare il successo e la diffusione dello skateboard tra i giovani. Alcuni di questi sono Thrashin’- Corsa al massacro, del 1986 e con protagonista un Josh Brolin ad inizio carriera. Questo è senza dubbio uno dei film che meglio rappresenta la cultura degli skaters degli anni Ottanta.

    Attualmente il mondo dello skateboard gode di ottima salute, con l’industria in perenne attività e molti altri marchi che si sono affacciati in questa stupenda realtà. Lo skateboard non viene più associato come un gioco praticato dai ragazzini, ma è un vero proprio stile di vita. E’ ormai talmente radicato nello stile di vita occidentale che non è anormale vedere persone che utilizzano lo skateboard come mero mezzo di trasporto per muoversi nel dedalo delle giungle urbane delle grandi città. La sua caratterizzazione di sport in grado di permettere a grandi e più piccoli di mettersi in gioco è diventata talmente importante da essere introdotta nei Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo del 2020 (posticipate al 2021 per via dell’epidemia di Covid-19) come disciplina olimpica. Questo porterà al raggiungimento nuove frontiere per quello che è partito come un gioco per bambini ma che, nel corso degli anni, è diventato una vera e propria filosofia di vita.

    Hank Cignatta

    © Riproduzione riservata

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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