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    Tiger Electronics, il mitico marchio dei videogiochi portatili degli anni Novanta

    Ne ha fatta di strada il progresso tecnologico nell’industria dei videogiochi: siamo passati da giochi dalla grafica poligonale alla dettagliatissima grafica del 4K, assai simile alla realtà. E mentre oggi la polemica nasce spontanea se il tal titolo non riesce a fornire il dovuto realismo all’esperienza di gioco, negli anni Novanta l’eccellenza nel campo dei giochi elettronici portatili aveva un solo nome: quello della Tiger Electronics.

    Il logo della Tiger Electronics

    La storia della Tiger Electronics Ltd ha inizio nel 1978, quando viene fondata da Randy Rissman e Roger Shiffman i quali iniziano la produzione dell’azienda nel settore dei fonografi di fascia economica. Con l’inizio degli anni Ottanta allargano la produzione anche a giochi da tavolo ed elettronici. Proprio quest’ultimo si rivelerà quello di successo dell’azienda. Molto probabilmente i più attenti ricorderanno un particolare registratore cambia voce chiamato Talkboy (prodotto proprio dalla Tiger), apparso nel film Mamma ho riperso l’aereo- Mi sono smarrito a New York del 1992.

    Il Talkboy, immesso sul mercato dopo il successo del film Mamma ho perso l’aereo- Mi sono smarrito a New York

    Inizialmente realizzato appositamente per il film, Il Talkboy è stato poi immesso sul mercato nel 1992 (anno di uscita del secondo capitolo del film Mamma Ho Riperso l’Aereo) ottenendo un grande successo. Parallelamente la Tiger ha legato, in particolare, il suo nome ad una serie di videogiochi elettronici portatili che l’hanno resa all’epoca una delle aziende leader nel settore dell’intrattenimento videoludico.

    Parliamo di un periodo in cui la Nintendo era tra le aziende leader nel settore dell’intrattenimento delle console da gioco domestico (Super Nintendo) e portatile (Game Boy) e nonostante ciò la Tiger aveva la sua ampia fetta del mercato. Questo grazie a giochi elettronici portatili dotati di uno schermo LCD e alcuni pulsanti a cui seguivano le azioni che si potevano far fare ai personaggi del videogioco. Ben presto il catalogo dei titoli prodotti dalla Tiger (in Italia commercializzato dalla Gig) si è ampliato, grazie alle licenze di film diventati successo al botteghino (tra questi RoboCop, Batman, Street Fighter, numerosi lungometraggi Disney e molti altri.

    Il successo di questi videogiochi portatili è anche da ricercarsi nel prezzo decisamente minore rispetto a quello di un Game Boy, diventato in quel periodo vero e proprio oggetto del desiderio di bambini e adolescenti dell’epoca. Bastavano quindi due pile stilo e una grafica molto molto basica per spassarsela: paragonati alle console di oggi sembra davvero di parlare della preistoria. Probabilmente è così ma quegli aggeggi hanno sempre avuto (e continuano ad avere) un certo fascino in quelli che sono stati i ragazzi della mia generazione e di quella precedente. E lo sdoganamento del cosiddetto Retro gaming (passione per i videogiochi e le console del passato) in tempi più recenti hanno fatto riporre sul mercato delle versioni di console e videogames che hanno fatto la storia. La Habsro, la seconda più grande società produttrice di giocattoli al mondo che ha acquisito la Tiger Electronics, ha infatti annunciato recentemente l’immissione sul mercato proprio di quei videogiochi portatili che hanno fatto tanto successo tra la fine degli anni Ottanta e tutti gli anni Novanta. Un chiaro segno che certe cose non tramontano realmente mai.

    Hank Cignatta

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