La rottura di palle (natalizie) degli spot, vera e propria istigazione al consumismo
Nell’ansia da prestazione di queste feste, unico momento utile per passare del tempo con la propria famiglia e per mettere i piedi sotto la tavola per lanciarsi in mangiate da competizione, c’è un fattore che mina seriamente la tranquillità del prossimo. Nell’errare catodico da un canale televisivo all’altro ci si imbatte in quella che è una vera e propria tormenta di spot televisivi a tema, protagonisti degli schermi sempre più piatti e dalla qualità video sempre più definita delle nostre tv. Un vero e proprio bombardamento psicologico continuo che irrompe nella tranquilla quotidianità casalinga che si può vivere solo in questo determinato periodo dell’anno. Ecco quindi che aziende di alta moda o di intimo, marchi di prestigiosi stilisti, compagnie telefoniche e simili fanno a gara per contendersi lo scettro di spot più petulante in grado di martellare quelle poche sinapsi rimaste per cercare di ricaricare le batterie per poter affrontare con inalterata grinta e cazzutaggine l’anno venturo.
Questo vero e proprio terrorismo psicologico viene messo in atto ogni anno sempre più in anticipo rispetto al reale periodo natalizio: se l’anno scorso il tutto ha avuto inizio a metà novembre, quest’anno la febbre alla celebrazione compulsiva della Natività è incominciata ai primi del mese scorso. Di questo passo l’anno prossimo davvero non avremo fatto in tempo a digerire la grigliata di Ferragosto che già nelle vie del centro delle più importanti città italiane inizieranno a penzolare le prime decorazioni natalizie. Benché sia un mezzo di intrattenimento abbastanza in crisi, la televisione in questo periodo si sta facendo petulante cassa di risonanza per spot dove di natalizio c’è davvero poco e niente e il cui significato, neanche troppo nascosto, è un incitamento ad un consumismo sfrenato e senza regole.
Risultano quindi abbastanza ridicoli i richiami allo spirito cristiano del Natale che, di religioso, ormai non ha decisamente più nulla. Gli spot televisivi in questione non sono altro che istigazione al consumismo sfrenato che vede nell’immaginario collettivo l’obbligo (e lo stress) di dover necessariamente regalare qualcosa. Che senso ha nutrire oggi dello spirito natalizio se quest’ultimo svanisce dopo aver stracciato la carta che avvolgeva i regali ricevuti o nel poderoso rutto con il quale si digerisce il cenone di Natale? L’unica cosa buona di tutta questa manfrina è che, tra poche ore…
Hank Cignatta
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Breve classifica del disagio pubblicitario televisivo natalizio 2019:
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