Tony Hawk, la leggenda senza tempo dello skateboard
Lo skateboard, oltre ad essere una filosofia di vita, è una delle più belle discipline sportive mai inventate dall’Uomo. E’ il modo più rapido per provare, a bordo del proprio skate, cosa significhi volare in alto alla noia della quotidianità, insegna il valore dell’aggregazione e a impegnarsi duramente e non mollare mai, qualsiasi cosa accada. E non a caso è inserita tra le nuove discipline olimpiche che debutteranno a Tokyo 2020. E’ altresì vero che il raggiungimento di tale traguardo non sarebbe stato possibile senza il fondamentale apporto di alcune figure che hanno radicalmente cambiato il modo di fare e di concepire lo skateboard. Mentre con fatica qui da noi si cerca di allontanare lo skateboard dallo stereotipo di una mera fase adolescenziale caratterizzata da sporchi e casinisti perdigiorno, questo sport è cresciuto moltissimo nel corso degli ultimi anni.
Questo grazie anche alla figura di Tony Hawk, il quale ha contribuito non poco a democratizzare lo skateboard, rendendolo un concetto accessibile a molti. Il giovane Hawk si avvicina allo skateboard da giovanissimo quando, da bambino, i suoi genitori non riuscivano a trovare un modo per far si che quel bambino iperattivo potesse tornare a casa con le batterie scariche. Nessuno sport sembrava essere alla sua portata finché non venne a contatto con una tavola da skate dalla quale, letteralmente, non è più sceso. I suoi genitori hanno supportato la sua passione nei confronti di questa attività poiché si rivelò la perfetta valvola di sfogo per la sua iperattività. Il piccolo Tony si allenava ogni giorno con il suo skateboard in maniera assai tenace, arrivando a migliorare la sua tecnica a tal punto da farlo diventare skater professionista all’età di quattordici anni e diventando campione del mondo della National Skateboard Association per vent’anni consecutivi.
Negli anni Settanta lo skateboard è stato rivoluzionato da personaggi del calibro di Stacy Peralta, Tony Alva e Jay Adams i quali cambiarono radicalmente il modo di fare e di intendere lo skateboard portando sull’asfalto le tecniche che erano state finora utilizzate in acqua con le tavole da surf. Una scioltezza unica che stravolse letteralmente le regole dello skate che era relegato in evoluzioni statiche che sembravano più quasi prove di forza ed equilibrio che libertà di avere il pieno controllo del proprio mezzo e delle proprie capacità sulla tavola. Tony Hawk e il suo talento naturale giunsero come una vera e propria manna per l’universo skate, che vide in lui la nuova speranza per continuare quanto fatto finora ed elevarlo ad un concetto ben più ampio. E così è stato: ben presto il giovane Tony fa da controfigura in film dove ci sono scene di skateboard come Thrashin‘ del 1988 con Josh Brolin, California Skate del 1989 con Christian Slater e conquistandosi le copertine e le prime pagine delle riviste specializzate, tra le quali la bibbia dello skateboard Thrasher.
Tony Hawk quindi continuava ad aggiudicarsi titoli, a migliorare sempre più fino a sviluppare diverse tecniche (chiamate in gergo trick) che vengono impiegati ancora oggi come lo Stalefish, Madonna, McHawk e Varia Mc Twist). Celebre è stata anche la sua partecipazione agli X Games (competizione dedicate agli sport estremi) del 1999 dove fu in grado di realizzare una giravolta di due rotazioni e mezzo durante una gara, diventando il primo skater della storia a realizzare tale trick.
Negli anni ha anche legato il suo nome ad una serie di videogiochi che portano il suo nome, permettendo allo skateboard di raggiungere anche le nuove generazioni. Una volta spenta le proprie consolle, i ragazzi cercavano di ricreare quello che vedevano fare dalla versione videoludica del proprio beniamino. Tony Hawk è diventato quindi “il volto” ufficiale dello skateboard, talmente famoso e riconducibile a questa disciplina che si fa veramente fatica ad immaginare il suo volto non associato ad una tavola da skateboard. Non tutti i supereroi indossano il mantello: alcuni infatti vanno sullo skateboard. E non importa quanti anni (anagrafici) si abbiano: non si è mai abbastanza vecchi per smettere di skateare.
Hank Cignatta
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