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    Lizzo, la stella del pop dal sound retrò che insegna ad accettarsi per come si è

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    In una sera in cui fuori imperversa un improvviso temporale carico di vento e grandine mi diletto nella disciplina olimpica dello zapping, divisione Divanothlon. Finisco su un canale musicale che manda in onda in rotazione i video delle star contemporanee nostrane ed internazionali. Nell’assonnato imbarazzo di artisti che sbraitano concetti privi di idee su basi musicali pre impostate che verranno dimenticate con la stessa velocità con la quale hanno raggiunto lo schermo della mia televisione mi imbatto in qualcosa di completamente diverso e che non si sentiva da tempo.

    Divento spettatore di un video musicale dai marcati riferimenti anni Ottanta e pochi istanti dopo compare un donnone di colore che canta su una base molto orecchiabile di spudorata ispirazione funk. Il suo nome, Lizzo, compare all’inizio di questo viaggio visivo e sonoro all’interno di un modo di fare musica assai diverso dai canoni moderni che vogliono tutti, ma proprio tutti, cimentarsi nel mettere in rima due parole accompagnati da una base musicale sincopata sciroppata all’interno del taumaturgico potere dell’Autotune.

    Lizzo, la star in grado di presentare un pop scanzonato e moderno ma di chiara ispirazione classica

    Il brano del video in questione si intitola Juice, ovvero tre minuti e venti secondi di ballabile e scanzonata libertà che è un vero e proprio inno ad accettarsi per come si è. Difetti (più o meno evidenti) compresi. Perché è proprio questo che Lizzo, al secolo Melissa Vivianne Jefferson, vuole esprimere nelle sue canzoni e nel personaggio pubblico che negli ultimi mesi sta scalando le classifiche mondiali proprio con questa sua hit fresca e sbarazzina. Ma la sua musica è decisamente molto di più di una semplice canzone spudoratamente radio frendly: la ragazza ha talento da vendere.

    Lizzo in tutta la sua incontenibile sensualità così come compare sulla copertina del suo nuovo album Cuz i love you del 2019

    Fatevi un favore e prendetevi del tempo per ascoltare Cuz i love you, l’album di quest’anno (il terzo) di Lizzo: c’è molto di più di un personaggio costruito a tavolino da discografici in cerca dell’ennesimo fenomeno da baraccone da lanciare in questi tempi pericolosi ed instabili. La differenza è tangibile e la si può sentire in tutta la sua sonorità dirompente in brani come Cuz I Love You, pezzo che da il titolo all’album nonché singolo dove si sente l’ispirazione dell’R’N’B classico e nel quale Lizzo da una lampante dimostrazione della sua versatilità vocale. La già citata Juice da quella freschezza al disco facendo l’occhiolino al quel pop retrò portato al successo da Bruno Mars con l’ottimo disco 24K Magic e che ha permesso di rivoluzionare in qualche modo la moderna concezione del pop. In definitiva è inutile dire che questo Cuz I Love You è un disco che funziona dalla prima all’ultima traccia, grazie allo spirito ribelle e sbarazzino di Lizzo che si ama così come è, fottendosene allegramente delle critiche e della microencefalite acuta assai diffusa oggigiorno in questa società che vuole una perfezione che vede i difetti come gravi colpe dalle quali (pare) doversi cospargere eternamente il capo di cenere. Fanculo a tutto e tutti, prendere o lasciare. E Lizzo è quel simpatico ciclone travolgente che mancava a questa cacofonica musica moderna.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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