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    Cab Calloway, il re degli intrattenitori Jazz

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    Apro gli occhi su un nuovo giorno, mentre rimango immobile nel letto. Mi giro su un fianco e scoreggio. Il tutto in un lasso di tempo sufficiente per comprendere di non sono a casa mia. Mentre cerco di capire il luogo in cui mi trovo mi do’ da fare per far sparire di gran carriera quella mattutina scia olfattiva di putrefazione che da’ il ritmo iniziale alla mia giornata. Poco dopo spunta una Dani California con le braccia tatuate e una t shirt dei Nirvana di almeno tre taglie più grandi della sua, che mi regala un bel sorriso malizioso. Le sue narici non sono state ancora bruciate dall’odore nauseabondo del mio intestino cieco. Mi si avvicina e mi schiocca un bacio. Ci siamo. Se non se ne va ora quell’odoraccio se ne è andato definitivamente. Mi vesto e inizio ad andare per la mia strada, mentre la Dani California mi chiede se possiamo sentirci più tardi. Prendo la porta e iniziano ad insinuarsi nella mia mente le prime note di una canzone. Non ricordo quando e dove l’ho sentita, ma continuo a canticchiarla. Improvvisamente metto insieme i pezzi mancanti di quell’incasinato puzzle che ho in testa. La sera prima ho guardato il film The Blues Brothers, dove compare il leggendario Cab Calloway mentre canta Minnie The Moocher (Minnie la Scroccona o l’Impicciona, come tradotto nella versione italiana del film de i Blues Brothers), dove da dimostrazione di essere un inimitabile mattatore Jazz.

    Cab Calloway da giovane

    Cab Calloway, al secolo Cabell Calloway III, fu introdotto giovanissimo all’interno del mondo musicale da parte della madre, che lo fece studiare da tenore drammatico. Era infatti dotato di una voce potente e ricca, dal timbro inconfondibile, che rappresentava sicuramente un valore aggiunto per il Jazz. In seguito sua sorella maggiore, la cantante jazz Blanche Calloway, lo introdusse nell’ambiente jazz di Chicago, permettendogli così di entrare in contatto in età giovanile, con grandissimi musicisti del calibro di Louis Armstrong, Chick Webb, Johnny Jones e molti altri. Fece molta gavetta, prendendo parte in diversi gruppi in qualità di batterista e cantante. La grande occasione arriva nel 1929, quando gli viene offerta la possibilità di condurre i The Alabamians, sua prima orchestra composta da undici elementi. In seguito passo ai The Missourians, ribattezzata in seguito come Cab Calloway and his orchestra, che venne scritturata per sostituire Duke Ellington al Cotton Club di Harlem, il tempio del jazz mondiale.

    Cab Calloway (al centro) con la sua orchestra con la quale si esibiva al Cotton Club

    Calloway non fu solamente un grandissimo musicista e massimo esponente dello scat ( particolare virtuosismo canoro nato per imitare con la voce strumenti musicali che non prevede l’uso di parole ma bensì di fonemi): ebbe modo anche di lavorare in radio e al cinema, apparendo in numerosi film musicali del periodo. Inoltre prese parte a numerosi musical e prestò la sua voce a Koko il Clown, personaggio dei cartoni animati creato da Max Fleischer, che in alcune produzioni affianca anche il personaggio di Betty Boop.

    La figura del celebre jazzista è, nell’immaginario collettivo, collegata al successo di Minnie The Moocher, probabilmente la sua canzone più famosa e ricordata. Questo brano ha avuto un notevole fama nel corso degli anni, giungendo anche ad avere la sua versione animata con protagonista Betty Boop e la figura di una foca fantasma alla quale Calloway presta voce e movenze tipiche. Letteralmente significa Minnie l’impicciona o la rompiscatole o la scroccona (dipende dalle varie scuole di pensiero) e all’interno vi sono numerosi riferimenti all’uso di droga e il brano finisce con Minnie che finisce in un manicomio, dove muore. La maggior parte degli appassionati di cinema conosceranno questo brano in seguito alla visione del film The Blues Brothers di John Landis del 1980 con protagonisti Dan Aykroyd e John Belushi. La sua apparizione gli ha permesso, come a tante altre leggende del blues, soul e R’n’B presenti nel film di farsi conoscere alle nuove generazioni. La musica di Cab Calloway rievoca tempi lontani, dove il mondo era senza dubbio assai diverso e dove bastava poco per potersi divertire. Paradossalmente è una perfetta colonna sonora che ben si incastra con i paesaggi urbani desolati di questi giorni, dove c’è solo tanta voglia di tornare alla normalità ma con la consapevolezza di aver rincorso sempre delle grandi stronzate. Per tutto il resto, lasciate fare al swing di Re Cab Calloway.

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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