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    Warrior: la serie tv ideata da Bruce Lee è una fottutissima bomba

    Negli anni Settanta Bruce Lee era il re dei film di arti marziali e le sue pellicole erano assai diverse da tutte le altre del genere. I movimenti delle scene di combattimento che lo vedevano protagonista erano fluide, mai meccaniche ed estremamente esplosive. Questo perché Bruce Lee era un artista marziale prima che una star del cinema. Proprio la sua naturale propensione allo studio e al maniacale miglioramento lo ha portato a legare il suo nome ad alcune delle produzioni più iconiche dei film delle arti marziali. Nel 1972 l’emittente statunitense ABC ha prodotto la serie tv Kung Fu, trasmessa per tre stagioni, Il telefilm, la cui idea originale partì da Lee stesso e che doveva esserne il protagonista, ha avuto come protagonista l’attore americano David Carradine. Il network ha giustificato la scelta di Carradine al posto di Lee in quanto era alla ricerca di un attore più alto e dalla perfetta pronuncia inglese. Il reale motivo è che, secondo la ABC, il grande pubblico non era ancora pronto all’idea di vedere un eroe asiatico.

    Sigla di apertura e di chiusura della serie tv Kung Fu

    Lee rimase molto male per essere stato escluso dal progetto che era partito da una sua idea. In seguito a ciò rimase ad Hong Kong e lavorò alacremente a I Tre dell’Operazione Drago, film prodotto dalla Warner Bros. in collaborazione con il produttore cinematografico cinese Raymond Chow, che avrebbe consacrato in maniera permanente la figura del Piccolo Drago in tutto l’Occidente prima e dopo la sua prematura scomparsa avvenuta nel 1973 a causa di un edema cerebrale. Tra i tanti progetti postumi Bruce Lee aveva scritto il trattamento (passaggio intermedio tra il soggetto e la sceneggiatura) di una serie tv che presentava elementi di azione e denuncia sociale riguardo gli immigrati cinesi in America. Il progetto rimase nell’ombra di un archivio che finì alla figlia Shannon (unica erede diretta in seguito alla tragica morte del fratello Brandon, avvenuta nel 1993 sul set del film Il Corvo) nei primi anni Duemila. Shannon accarezzò l’idea di dare un seguito al progetto iniziato dal padre e, dopo un lungo periodo di decantazione creativa, si è rivolta al regista Justin Lin per dare vita al progetto del padre.

    Sigla di apertura di Warrior

    Warrior è ambientata nella San Francisco del alla fine 1870, durante il periodo delle guerre Tong (società segreta sino-americana) e vede come protagonista Ah Samh, un giovane promessa del kung fu che emigra dalla Cina alla volta degli Stati Uniti alla ricerca della sorella. Una volta sbarcato sul suolo americano, viene venduto ad una delle tong più potenti di Chinatown e dovrà combattere per raggiungere i suoi scopi. La serie è prodotta da Cinemax, costola della più famosa HBO, che negli anni si è distinta per la produzione della serie tv Banshee- la città del male. Esattamente come quest’ultima, Warrior non lesina scene di azione pura mista ad una giusta dose di violenza grafica di Tarantiniana memoria che rende il tutto così piacevolmente realistico.

    Ah Samh, interpretato da Andrew Koji

    Tanti sono i rimandi allo stile unico ed inconfondibile di Bruce Lee, uno su tutti la sua tipica guardia che Ah Samh è solito assumere durante i combattimenti. Vi è anche molto Jeet Kune Do (l’arte marziale sviluppata da Lee) nello stile di combattimento adottato da Samh, che rende le scene di combattimento decisamente interessanti. Certo, se ci fosse Lee tutto sarebbe decisamente diverso. Ma tanto è cambiato da quell’America che prima ha disprezzato e poi idolatrato quel ragazzo che avrebbe cambiato per sempre i film kung fu e le arti marziali in senso più ampio. La televisione stessa e i suoi limiti sono cambiati da quando il Piccolo Drago vestiva i panni di Kato ne Il Calabrone Verde o compariva in piccoli ruoli nelle serie Ironside, Arrivano le spose o Longstreet (nella cui apparizione ha modo di spiegare i principi fondanti del suo Jeet Kune Do). Ora si può osare di più e il pubblico (almeno quello televisivo) sembra decisamente pronto ad un eroe asiatico in grado di bucare la scena. E lo spirito di Bruce Lee non è mai stato così vivo.

    Hank Cignatta

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