
Viaggiando a sud verso LSD (Lake Shore Drive) Parte I – Vinyl Vault Lake Shore Drive
Alcune canzoni ci riportano a piacevoli ricordi, orribili indiscrezioni del passato e persino donne con le quali uscivamo e con le quali eravamo invischiati in pessime relazioni. Una delle canzoni che mi è sempre rimasta impressa è stata una piccola melodia intitolata Lake Shore Drive dell’artista meteora di Chicago, Alliotta Haynes Jeremiah. Ricordo quando ero solo un ragazzino seduto sul sedile del passeggero del pick up Chevy del 1967 di mio padre. Era di colore rosso, con un cowboy cromato che domava un cavallo. La belva rosso fiammante era stata spalmata con dello stucco intorno alla parte superiore del parafango destro. Era il veicolo più pacchiano che qualcuno potesse possedere. Ma chi avrebbe avuto il coraggio di dirlo a Big Bill? Questa è una domanda retorica.
Lake Shore Drive è stata pubblicata nel 1972, molto prima che io nascessi. Ciò oerò non mi ha impedito di apprezzarne ogni singola nota di pianoforte o delle strade leggendarie di Chicago. Il pianoforte in apertura del brano mi riporta con i ricordi a mio padre e al suo appartamento a Eagle Creek Apartments a Chicago e al suo scassone. Poi penso alle mie avventure vissute a Lake Shore Drive a Chicago.
Ricordo quando uscivo con una piccola ragazza hippie che viveva sopra Lake Shore Drive. Si concluse in modo brillante. Un fottuto casino come primo e ultimo appuntamento messi assieme. Stavo per portarla fuori per un interessante appuntamento a base di situazioni romantiche e buon alcol. Alliotta Haynes Jeremiah si diffuse sulle frequenze della stazione Oldies 104.3 FM mentre stavo guardando il lago Michigan. Tutto quello a cui pensavo erano i suoi grandi occhi blu e al suo bellissimo sorriso. Quella vecchia canzone colpì i miei timpani e esattamente come chi aveva scritto la canzone, mi sentivo bene. Giunsi al suo appartamento alle cinque e mezzo del pomeriggio. Era una bella serata estiva su a Northside. Bussai e le aprì la porta la porta con un ampio sorriso. Era vestita con pantaloni a zampa d’elefante e una finta maglietta da football con sopra stampato il numero quarantasette. Siamo tornati al piano di sotto e ci siamo diretti verso la mia scassatissima auto che avevo comprato ad un asta della polizia a Cicero (cittadina nello stato dell’Illinois, Chicago), aggiudicandomela per cento dollaroni.

L’auto era marrone con due macchie grigie di primer sulle portiere laterali, perché quei poliziotti avevano il culo troppo pesante per staccare gli adesivi che avevano appiccicato sopra. Lei guardò al fondo dell’isolato e disse: “E’ davvero una bella giornata, perché non andiamo a piedi al ristorante?” Assecondai il suo desiderio. Mi stava raccontando le varie cose che c’erano nel suo quartiere, compresa una confraternita universitaria dalla quale eravamo da poco passati davanti. Ha continuato poi a raccontarmi che cosa era solita fare per divertirsi in quella cittadina e che conosceva alcuni ragazzi che vivevano alla confraternita. Mentre stavamo camminando davanti alla casa una voce maschile urlò “Karly! Karly!” Mi girai a guardare e le chiesi “chi è quello?”
Fine prima parte
Kidman J Williams
Riproduzione riservata ® Tutti i diritti riservati all’autore e a Gonzo Today
Leggete anche Gonzo Today, la Bibbia internazionale del giornalismo Gonzo!
Post a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.