
Tra cibo e cultura in Sicilia: a tavola con i Malavoglia
Acitrezza, ore 8:45. Il mare sa di salsedine e mito e leggenda che ha sempre contraddistinto la terra sicula. I Ciclopi dormono sugli scogli ma il 20 e 21 settembre si svegliano per masticare tradizione a morsi grossi come case: “A Tavola con i Malavoglia”. Non un festival ma bensì un momento di cultura dove la cucina sposa la letteratura e lo spettacolo.
Qui Verga non si legge: si assapora. Il suo verismo si trasforma in un timballo di anelletti siciliani al ragù vegetale di lupini — che se ci pensi sembra una bestemmia e invece ti scoppia in bocca come un’orchestra di campane contadine. Poi c’è la Provvidenza, non la barca che affonda, ma un dolce travestito da gelato con gelè di nespole: roba che neanche Zolà avrebbe osato sognare dopo una notte a Pastis.

Il programma è di quelli seri: convegni su cibo, agricoltura e cambiamenti climatici, perché non si vive di cannoli soltanto. Recital letterari con attori e figuranti vestiti come nell’ Ottocento, pronti a riportarti indietro nel tempo dei miti e delle leggende. Stand espositivi e degustazioni fino a notte fonda, come se il colesterolo fosse un problema del futuro. Spettacoli di improvvisazione teatrale targati “Appiccicaticci”, musica folk e musica dei Pooh a cura della tribute band dei Pensiero Band.

Villa Fortuna, la Casa Museo del Nespolo e lo Scalo d’Alaggio diventano le nuove capitali di un impero gastronomico fatto di lupini, vino e storie popolari raccontate a lume di candela. Acitrezza diventa per due giorni un romanzo vivente: mangi, ascolti, ti diverti e ti ritrovi a discutere di agricoltura sostenibile con un bicchiere di rosso in mano mentre in sottofondo la musica e gli spettacoli allietano la tua serata. Un modo fantastico per coniugare cultura, cibo e tradizione siciliana. Provare per credere.
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