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    Una vita da idiota professionista: la pazza storia di Steve O

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    La prima volta che vidi Steve O ero malamente sdraiato sul divano a casa di alcuni amici. Era passata l’ennesima giornata nella mia brufolosa adolescenza fatta di cazzate, rock, birra e ormoni carichi a pallettoni e i miei occhi riflettevano ciò che stava passando in quel momento sul tubo catodico. Internet era ancora una frontiera da esplorare e nomi quali Facebook, Youtube ed Instagram sembravano nomi di protagonisti di qualche film di produzione statunitense ( porca puttana quanto sono vecchio). Cercavo di capire che cosa stesse facendo quella banda di coglionazzi che non aveva assolutamente a cuore la propria incolumità personale e che, in quel momento, si stava lanciando alla chetichella da una discesa a bordo di un carrello della spesa.

    Tra questa masnada di scoppiati vi era Steve-O, un pazzo con i capelli dal taglio a spazzola, una risata dal suono molto strano, la dignità lasciata sottochiave da qualche parte a casa e la voglia di vivere la vita al massimo. Faceva delle cose davvero fuori di testa: si pinzava lo scroto alle cosce, faceva partire dei razzi dal buco del culo, beveva un pesce rosso da un bicchiere di plastica per poi vomitarlo in una boccia di plastica, si faceva marchiare a fuoco il culo, sniffava il Wasabi e si faceva chiudere le chiappe con un piercing. E questo era solo l’inizio.

    Quando la popolarità di Jackass era alle stelle ben presto divenne uno dei membri più rappresentativi dello show nonché noto per l’alta soglia del dolore e per essere autore di stunt stupidi, pericolosi, ridicoli e fottutamente divertenti. Johnny Knoxville e soci erano già abbastanza fuori di testa, ma se in giro c’era Steve-O (al secolo Steven Gilchrist Glover) di sicuro avrebbe mandato in merda tutto quanto con qualcosa di decisamente inaspettato e sopra le righe in grado di mandare fuori di testa quel pubblico che si aspettava da lui esattamente quello. E non poteva essere differente da ciò: si laureò presso la scuola per clown Ringing Bros. and Barnum & Bailey Clown College senza però riuscire a superare le selezioni per entrare nel famoso circo. In quel periodo però era solito filmare i suoi stunt estremi che finirono alla redazione della rivista di skateboard Big Brother, il quale diede il via al progetto di Jackass. Però il successo e la fama che ebbe modo di raggiungere lo proiettarono in una dimensione che lo stava schiacciando e dalla quale iniziò a cercare di sopravvivere sprofondando nella droga arrivando a sviluppare una dipendenza da cocaina e da monossido di azoto (o gas esilarante). Celebre è la sua intervista al Too Late Show with Adam Carolla dove, completamente ubriaco, si mise a distruggere un tavolino di scena e a farfugliare parole in preda ai fumi dell’alcol.

    Questa sua totale mancanza di freni inibitori lo ha presto portato ad avere non pochi problemi con la legge e ad accrescere quella sorta di alone di “leggenda” che ha consacrato definitivamente il suo personaggio etichettandolo come un simpatico figlio di puttana che non è assolutamente in grado di darsi una regolata, finché la situazione non fu talmente grave da costringere Johnny Knoxville e altri membri di Jackass a prelevarlo fisicamente da casa con la forza e a rinchiuderlo in un centro di disintossicazione prima che fosse troppo tardi. Certo, adesso fa un certo effetto vederlo completamente ripulito e a raccomandarsi alle nuove generazioni di non sfasciarsi di droghe e di divertirsi responsabilmente. C’è un tempo per ogni cosa ma certe persone non possono venire meno alla loro vera natura. Una volta Jackass, lo si è per sempre.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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