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    The Darkness, l’Hard & Heavy da sciame sismico di orgasmi

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    L’estate del 2003 fu una vera e propria odissea: sembrava che non ci fosse abbastanza acqua e abbastanza aria fredda per riuscire a contrastare l’incredibile ondata di caldo che aveva colpito l’Europa. Le strade di Nevrotic Town erano diventate delle vere e proprie lingue di fuoco di asfalto che si scioglieva ad ogni passo pronte ad ingoiare ad ogni passo indistintamente macchine e pedoni. E se ogni posto diventava immediatamente un forno facendo provare a chiunque l’inebriante esperienza di diventare un pollo allo spiedo sferzato dalle ardenti fiamme provenienti dall’incazzata Madre Natura, per radio si iniziò a sentire qualcosa di diverso.

    Una foto dell’autore dell’articolo (adolescente) durante la straordinaria ondata di caldo dell’estate del 2003

    Nelle stazioni radiofoniche e su Mtv c’era un gruppo chiamato The Darkness che stava scalando le classifiche grazie ad un rock dal suono retrò che faceva uso massiccio di riff di chitarra elettrica e ad una eclettica presenza scenica sia dal vivo che nei video che venivano trasmessi in rotazione sul principale network musicale televisivo guardato dalla maggior parte di quei giovani che ancora non sapevano che cosa fosse Youtube o i social network. In quel periodo la scena rock era ancora molto viva e piena di idee: i Linkin Park stavano spopolando con Meteora, i Limp Bizkit (assieme ai Korn) stavano definendo il concetto di Nu-Metal grazie a brani quali Eat You Alive e la loro cover di Behind Blue Eyes dei The Who e i Foo Fighters iniziavano a scrivere una pagina importante della loro storia grazie a One By One, il loro quarto album in studio. In mezzo a tutto questo i The Darkness piombarono sulla scena grazie a Permission To Land, loro interessante album di debutto.

    Dettaglio tratto dal video di I Believe in a thing called love

    Potenza, ritmo e quella voglia di tornare al rock delle origini rivisitato in chiave moderna ha focalizzato l’attenzione sul gruppo britannico che, dalla sua, ha sempre avuto nei potenti acuti in falsetto del cantante e chitarrista Justin Hawkins uno dei suoi punti di forza. Da quel fortunato album di debutto sono state tratte alcune delle canzoni più famose della band come Get Your Hands Off My Woman, Growing On Me, I Believe In A Thing Called Love e tante altre.

    Forse questa affermazione farà incazzare i puristi del rock, ma i The Darkness rappresentano l’ultima band in grado di proporre la loro versione del rock. Chiaramente i gusti sono gusti e, in quanto tali, soggettivi e diversi. Ma va riconosciuto che questa band è stata in grado di proporre brani che sono diventati ormai dei veri e propri classici moderni di quel rock molto radiofonico ma che è anche in grado di tirare fuori le palle regalando sonori e multipli sciami simici di orgasmi. E’ senza dubbio molto interessante anche il brano Rock and Roll Deserves To Die che anticipa il loro sesto e nuovo album Easter Is Cancelled in uscita il prossimo 9 ottobre. Un brano dal titolo molto provocatorio che fa il punto della situazione commerciale del rock che negli ultimi anni ha perso il suo appeal. Per le nuove generazioni pare essere molto più semplice alzarsi al mattino ed improvvisarsi trapper che imbracciare una chitarra, imparare a suonarla e sfondare la barriera del suono con mostruosi riff di chitarra elettrica. Ma finché ci sono band come i The Darkness la data dei funerali del rock, già ampiamente annunciati nel corso degli anni e mai attuali come adesso, possono per ora essere tranquillamente rimandate.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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