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    Paura e delirio di questi giorni: storia di questo mondo incasinato ai tempi del Coronavirus

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    Vago per le strade di Nevrotic Town (o Torino, se preferite) a bordo della mia fedele Blue Shark Great Point del 2006, con la quale fendo quella calma piatta urbana con una facilità estrema. Nel mio portafoglio, schiacciata come qualsiasi cosa nella mia esistenza, la certificazione che dovrebbe permettermi di dimostrare di potermi muovere per lavoro. I miei occhi filmano la calma irreale di questa città dove regna la paura e l’incertezza. Basta guardarsi attorno per vedere una moltitudine di negozi che presentano avvisi di chiusura per ferie o che recano le vigenti ordinanze come una sorta di mascherina che impedisce però loro di respirare. E nel silenzio irreale di una grande città che, come tante altre si riscopre assai fragile, riesco a sentire i miei pensieri attraversare l’autostrada affollata dei miei pensieri.

    Vagoni vuoti e stazioni della metropolitana deserte. Torino scopre la paura di fronte ad un nemico invisibile

    Tutto il mondo è bloccato, tutta la mia fottuta esistenza è in una fottuta quarantena: eventi posticipati a data da destinarsi o annullati del tutto, conferenze stampa cancellate e via così. Una disgrazia dietro l’altra. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che ho dovuto accompagnare nell’altra dimensione il mio fratello a quattro zampe, la mia anima gemella animale, il quadro si fa decisamente più incasinato del previsto. D’altronde, come recita un proverbio in questo periodo frequentemente recitato dalla saggezza popolare dei nostri nonni, anno bisesto anno funesto. E porca di quella puttana quanto hanno ragione.

    Il centro di Torino deserto in un frame tratto da una diretta del canale all news SkyTg24

    Il mondo potrebbe davvero finire per un raffreddore. Che fine del cazzo. Ma d’altronde è quello che ci meritiamo per aver spinto fino al limite dell’impossibile ogni singolo aspetto della nostra quotidianità. Abbiamo demandato ai dispositivi intelligenti e ai social network ogni aspetto delle emozioni e dei sentimenti, viviamo di e per stronzate e non siamo più in grado di dare il giusto valore alle cose. E proprio durante questo periodo di emergenza è venuta fuori e sta venendo fuori tutta la stupidità del nostro popolo. Alla richiesta delle autorità di restare in casa si risponde andando all’arrembaggio dei supermercati aperti 24h per accaparrarsi quantità gargantuesche di cibo che, molto probabilmente, saranno scadute prima che possano essere ultimate.

    Cartello che viene mandato in onda a ciclo continuo durante ogni pausa pubblicitaria nei canali Mediaset che invita a seguire poche semplici regole per evitare la diffusione del contagio del Covid-19

    Il potere taumaturgico di questo Coronsvirus è quello di aver portato a galla la conclamata coglionaggine che ormai da troppo tempo imperversa nella nostra società: viene quindi fuori tutta l’inettitudine e l’iniquità di individui che non sono altro che dispositivi che sprecano ossigeno, che si sono ritrovati per puro caso un valore fondamentale come il diritto di voto e che si riproducono per osmosi perché a trent’anni è giusto avere una famiglia a qualunque costo. Se è vero che il SSN, il Sistema Sanitario Nazionale è quasi al collasso per millenni di politica fatta con il culo ( senza offesa per il culo, s’intende), c’è da dire che questa pandemia potrebbe avere il potere di creare una vera e propria selezione naturale in quegli improbi individui che si adattano all’alternarsi del giorno e della notte senza dare un reale senso alle proprie giornate e alle proprie esistenze in senso più ampio. Può essere questo l’inizio della fine? Molto probabilmente no, ma sicuramente non è un bel preludio.

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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