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    L’immenso talento di Jim Carrey, l’istrionico genio della risata (e non solo)

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    L’intera carriera di Jim Carrey è costellata da grandi successi che lo hanno fatto entrare di diritto nel cuore di milioni di appassionati di commedie uniche nel loro genere: da Ace Ventura passando per The Mask giungendo a Scemo & più scemo fino a Bugiardo, bugiardo , Io, me & Irene, Una settimana da Dio, Yes Man e molti altri. Questi sono solo alcune delle commedie che grazie al suo talento sono diventati dei veri e propri classici della risata e che a loro modo ci hanno insegnato qualcosa. Ma Carrey ha dimostrato, in più di un’occasione, di essere un artista versatile e molto bravo anche in ruoli drammatici, come si può notare in The Truman Show, Man On The Moon, The Majestic e Se mi lasci ti cancello.

    Un giovanissimo Jim Carrey agli inizi della sua carriera

    Il giovane Jim era pieno di talento fin da piccolo, quando a scuola persino i suoi insegnanti gli lasciavano qualche minuto per esibirsi davanti ai suoi compagni di classe in forme simili in tutto e per tutto alla stand up comedy ( e che sarebbe stata poi la sua fortuna). Nonostante momenti di gravi ristrettezze economiche passate dalla sua famiglia che lo costrinse addirittura a vivere con il camper dei suoi genitori nel giardino di alcuni parenti, Jim non ha mai perso la sua additudine nel riuscire di adattare la realtà secondo la sua personalissima e dissacrante visione. Le cose per lui cambiarono quando il comico americano Rodney Dangerfield ( famoso per la sua frase non ottengo rispetto e molto in auge nei media americani degli anni Ottanta) lo notò nel 1979 quando, diciassettenne, lavorava presso il The Comedy Store, famoso locale di cabaret nel quale è partita la carriera di celebri comici del calibro di Billy Crystal, Whoopi Goldberg, Tim Allen, Roseanne Barr, Louis C.K. e molti altri. La comicità di Jim impressionò Dangerfield a tal punto da volerlo come comico all’inizio dei suoi spettacoli. In Italia Rodney Dangerfield è noto perlopiù ai cinefili per il ruolo del padre viscido e meschino nella scena surreale del primo incontro tra Mallory e Mickey in Natural Born Killers di Oliver Stone del 1994.

    Da li in poi Jim nutrì interesse per la televisione, che a sua volta si innamorò della sua incredibile mimica facciale con la quale trasmutava letteralmente in base al personaggio imitato ed impersonato. Nonostante venne scartato in un provino per entrare nel cast del Saturday Night Live il suo successo di pubblico iniziò con la sua presenza nel cast del programma In Living Color, programma di sketch comici creato dai fratelli Keneen Ivory e Damien Waynas (quest’ultimo famoso per il ruolo di Michael Kyle in Tutto in famiglia), dove per cinque stagioni ha dato vita a personaggi sconclusionati e fuori di testa che hanno letteralmente fatto sputare fuori un polmone dal ridere al pubblico televisivo statunitense. Tra questi una menzione speciale meritano l’ispettore della sicurezza Fire Marshall Bill e la palestrata mascolina Vera De Milo. In questo show mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo anche Jamie Foxx, in seguito apprezzatissimo attore anche di film non necessariamente comici.

    Ben presto arrivarono anche i primi ruoli cinematografici, che gli diedero modo di ottenere ruoli da protagonista. La mia generazione ha imparato a conoscere ed apprezzare la geniale comicità di Jim Carrey grazie a film quali Ace Ventura e The Mask, diventati dei veri e propri cult della comicità moderna. Nel corso degli anni è stato particolarmente intenso poterlo vedere interpretare ruoli più intensi e diversi da quelli ai quali si era abituati a vederlo come in The Truman Show, vero e proprio capolavoro sul sottile confine tra finzione e realtà e sulla smania di voyeurismo moderno (argomento quantomai attuale anche grazie all’avvento dei vari reality show), l’intenso The Majestic e l’introspettivo Se mi lasci ti cancello, che a dispetto del semplice nome dell’edizione italiana, è sicuramente uno dei film più intensi interpretati da Jim Carrey in un ruolo non comico.

    La comicità di Jim Carrey è incentrata sul comportamento estremo ed esagerato dei suoi personaggi e dalla sua già sopracitata mimica che nel corso degli anni gli sono valsi il soprannome di vera e propria “faccia di gomma”, capace di traslarsi e modellarsi in base alle varie situazioni ed esigenze sceniche.

    La sua carriera però va di pari passo con un altro grande comico che, con la sua comicità surreale, ha segnato la commedia statunitense: Andy Kaufman. I due sono sempre stati accostati per diversi elementi in comune della loro comicità a tal punto da far nascere diverse leggende metropolitane secondo le quali Carrey sarebbe in realtà Kaufman sotto mentite spoglie in seguito ad una elaborata e delicata operazione chirurgica per cambiargli aspetto.

    In realtà Jim Carrey è sempre stato un accanito fan di Kaufman a tal punto da fare qualsiasi cosa pur di aggiudicarsi il ruolo di protagonista nel film autobiografico di Kaufman di Milos Forman, Man On The Moon. Carrey entrò talmente tanto nel personaggio durante il periodo delle riprese che sia il regista che il resto del cast faceva davvero fatica a comprendere dove finisse Kaufmann e iniziasse Carrey. Il tutto è stato documentato nel docu-film di Netflix Jim & Andy: The great beyond, fantastica testimonianza per imparare a conoscere e amare (qualora ce ne fosse ulteriormente bisogno) la grande arte di Jim Carrey. Il più grande insegnamento di Jim Carrey è che anche in una situazione dove la vita sembra metterti in un angolo e a divertirsi nel vederti in difficoltà ( la morte della sua ex fidanzata Cathriona White, la quale si è tolta la vita pochi giorni dopo la fine della loro relazione) l’importante è ridere sempre. Anche nelle situazioni apparentemente più difficili. Perché per rimanere seri per sempre c’è davvero tutto il tempo del mondo.

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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