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    L7, le regine incazzate del Grunge

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    Nel panorama Grunge diverse sono state le anime musicali che hanno dato forma a questa rivoluzione culturale, musicale e generazionale e che vede nei Nirvana la sua forma più famosa e commerciale. Un esercito di ragazzi nati tra la seconda metà degli anni Sessanta e la fine dei Settanta, in perenne confronto con la generazione precedente, i cosiddetti Baby Boomers, che cercava di vivere la propria vita nelle grandi città dove la disoccupazione e l’abuso di droga erano delle piaghe quotidiane. Tra queste grandi città statunitensi vi era Seattle, città che tra la seconda metà degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta sarà il teatro del cosiddetto Seattle sound, conosciuto anche come Grunge. Questi ragazzi, che verranno mediaticamente conosciuti come appartenenti alla Generazione X, trovava nella musica dei loro genitori (opportunamente rivisitata e corretta, s’intende) la valvola di sfogo ideale a tutto quel delirio sociale. Ben presto la Generazione X sviluppò una propria identità iconica: maglie a quadri di flanella, capelli lunghi e decisamente non curati e roba presa ai mercatini se non reperita direttamente nell’immondizia. Indossavano scarpe Converse malridotte e jeans strappati, quando questa moda aveva un senso e non per seguire qualche mentecatto da millemila seguaci sui social network che si sente ribelle perché anziché fare colazione con caffè e latte ha deciso di darsi al Nesquik.

    La Generazione X ai tempi del Grunge

    Tra le tante anime diverse che sono riuscite ad incastonare il Grunge tra le pieghe della storia e a renderlo immortale vi sono anche le band femminili protagoniste del movimento riot grrrl, i cui ideali risiedevano in un forte femminismo militante e che affrontavano nei testi delle loro canzoni temi quali stupro, abusi domestici, potere alle donne e predominio maschile. Tra le più note esponenti del riot grrrl vi sono le L7, band formatasi a Los Angeles nel 1985 dalle cantanti e chitarriste Suzi Gardner e Donita Sparks alle quali si sono unite poco dopo la bassista Jennifer Finch (che aveva militato nelle Sugar Baby Doll) e la batterista Demetra Plakas.

    Le L7 al completo. Da sinistra: Jennifer Finch, Demetra Plakas, Donita Sparks e Suzi Gardner

    Il nome della band deriva da un gioco di parole di un modo di dire nello slang americano degli anni Cinquanta, ovvero Hell’s Heaven. Il termine è accompagnato da un gesto fatto con le mani che va a creare un quadrato realizzato tra l’indice e il pollice e va ad indicare una persona rigida, timida e di scarsa compagnia. In poche parole, individui dalle scarse doti sociali.

    Il gesto che accompagna il termine Hell’s Heaven e che ha dato origine al nome della band

    Il grunge delle L7 è particolarmente graffiante, con chiari riferimenti al metal che rendono la loro sonorità particolarmente riconoscibile e in grado di fare “scuola” nel panorama del Grunge al femminile come avvenuto con le Veruca Salt, Bikini Kill, Huggy Bear e tante altre. Sicuramente le Hole (capitanate da Courtney Love, vedova di Kurt Cobain) rappresentano l’esempio più immediato e di successo di band al femminile degli ultimi anni, proveniente da questo sotto genere del rock ma le L7 si differenziano da quest’ultime grazie alla prepotente cazzutaggine della distorsione delle loro chitarre e dalla durezza del loro modo di fare ed intendere il Grunge. Questo si può notare ascoltando pezzi del calibro di Prentend We’re Dead (il brano più famoso delle L7), Shitlist (brano presente anche nella colonna sonora di Natural Born Killers di Oliver Stone), Fast and Frightening, Andres, Shove, The Bomb, Wargasm e tantissime altre. Nel 2014 la band si è riunita per un nuovo tour, dando poi alle stampe nel 2019 il loro nuovo album intitolato Scatter The Rats. In un periodo di quarantena creativa come quella che stiamo vivendo (non solo per via del Coronavirus) e che ci stiamo trascinando avanti da troppo tempo, riscoprire certe sonorità fa sicuramente piacere. Una piacevole certezza all’interno di un mondo fatto di sonorità plastiche dove l’ignoranza, purtroppo, pare essere il nuovo distruttivo sale della terra.

    Hank Cignatta

    ® Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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