Gonzify Yourself!

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato/a sul mondo del giornalismo Gonzo!

    Bad Literature Inc

    Cobra Kai: un cazzutissimo ritorno ed una piacevole scoperta

    Spread the love

    Immaginate di prendere uno dei film più iconici della filmografia degli anni Ottanta, una decade alla quale si guarda ancora con molta nostalgia. Prendete ogni riferimento culturale di quel periodo e affiancategli una storia cazzuta in grado di fare da perfetto collante ad un seguito che chi inizia a vedersi in testa qualche capello grigio ha sempre sognato di vedere o pensato che si potesse realizzare. Il risultato che otterrete si chiama Cobra Kai, una delle serie tv più interessanti dell’attuale panorama telefilmico. La serie si pone come ideale continuazione dei fatti narrati nel film del 1984 The Karate Kid- Per Vincere Domani con protagonisti Ralph Macchio nel ruolo di Daniel LaRusso, Pat Morita in quello del leggendario Maestro Miyagi e William Zabka in quello di Johnny Lawrence.

    La Locandina del primo film della tetralogia di Karate Kid

    I fatti narrati in Cobra Kai si pongono come seguito ideale del primo film della tetralogia di Karate Kid, trentaquattro dopo la vittoria di Daniel LaRusso su Johnny Lawrence al torneo Under 18 All Valley di Karate. La narrazione portano alla luce la storia personale dei due protagonisti, molto diverse l’una dall’altra: Johnny è un uomo di mezza età che conduce una vita trasandata, tra lavoretti saltuari e i diversi demoni che deve affrontare quotidianamente. Daniel è diventato un rispettabile uomo d’affari e di famiglia, proprietario di diversi saloni di auto nella zona, sposato con una bella moglie e due figli.

    Un fermo immagine tratto dallo spot presente nei primi episodi, esplicativo sulla vita attuale intrapresa da Daniel LoRusso dopo il Karate

    Spinto da un desiderio di vendetta mai sopito, Johnny si propone di ridare vita al Cobra Kai, la spietata scuola di karate di cui ha fatto parte e della quale era l’allievo migliore prima che il suo sensei John Kreese lo ripudiasse, dandogli del fallito. Lentamente ma inesorabilmente tornerà nella vita di Daniel, il quale aprirà a sua volta un dojo (palestra) dedicata alla memoria e agli insegnamenti del maestro Miyagi con la quale cercherà di arrestare la Cobra Kai.

    Cobra Kai è una serie tv che funziona su diversi livelli: è indubbio che il suo punto di forza principale sia quello di far leva sulla nostalgia senza però diventare uno stucchevole revival fine a sé stesso. Altro punto di forza è l’aver incluso tutti (o quasi) gli attori del cast originale, dando quel senso cronologico che rende il tutto dannatamente interessante. Per tutta la durata delle attuali tre stagioni (nel momento in cui scrivo questo articolo, con una quarta in dirittura di arrivo) gusti personali a parte, si ha la consapevolezza di guardare uno show che funziona e che ha qualcosa da dire attingendo si al passato, ma senza renderlo un progetto sicuramente interessante e degno di visione. Ciò che fa funzionare tutto è il ribaltamento della percezione che lo spettatore ha nel corso della visione della serie di colui che è da sempre stato considerato il grande antagonista, entrando in contatto con il fatto che Johnny Lawrence non è poi quella persona malvagia dipinta nel primo leggendario film della serie di Karate Kid.

    E’ sicuramente interessante notare lo sviluppo psicologico dei personaggi, come ad esempio quello di Johnny Lawrence che da spietato karateca sviluppa valori ancora cazzuti ma comprensivi di quell’onore che da ragazzino non gli sono stati insegnati. Questo show è un energico viaggio all’interno della caducità umana, fatta di vittorie e di sconfitte e su come affrontarle quando arrivano per poi imparare a rialzarsi più forti di prima. Frantumate la noia di questi pigri periodi incerti e lasciatevi colpire dalla potenza di questa serie. Senza pietà.

    Hank Cignatta

    © Riproduzione riservata

    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

    Post a Comment

    Bad Literature Inc. ©

    T. 01118836767

    redazione@badliteratureinc.com

    redazioneuppercut@yahoo.it

    alancomoretto@virgilio.it