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    Celebrity Deathmatch, il geniale calcio nelle palle della creatività al divismo e al perbenismo

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    C’era una volta, in un periodo in cui la gente non si prendeva ancora fottutamente troppo sul serio, un programma in cui le celebrità potevano farsi letteralmente a pezzi a vicenda. Ciò avveniva ovviamente anni prima che reality e talk show facessero la loro comparsa insinuandosi nei palinsesti televisivi ed infettando le menti degli spettatori come virus catodici. Il nome di questo show è Celebrity Deathmatch, serie tv animata realizzata con la tecnica della Claymotion, uno stile di realizzazione dell’argilla animata nonché uno dei tipi di animazione a passo a uno. In ogni episodio celebrità di ogni campo delle arti si affrontavano su un ring per scontrarsi in sanguinosi e (quasi sempre) mortali incontri di wrestling.

    Non c’era spazio per cercare di risolvere le questioni con la dialettica: qui maldicenze, rivalità, invidie e controversie venivano quindi definitivamente appianate in epici tenzoni pregni di delirante umorismo e iperbolica violenza di ispirante inumanità. La mattanza dei Vip andava in onda su Mtv in un periodo nel quale il network musicale televisivo per eccellenza non temeva di osare né di stupire e la sua programmazione rappresentava una valida alternativa a ciò che veniva trasmesso sugli altri canali. In quel periodo, il numero otto del telecomando era una vera e propria fucina di pazzia, genialità e spensieratezza di cui oggi più che mai si sente la mancanza.

    A introdurre lo spettatore in questo pazzoide universo Johnny Gomez e Nick Diamond, i due carismatici conduttori che erano uno dei valori aggiunti dello show. Il primo molto è professionale, amante del proprio lavoro e in grado di rappresentare la parte razionale nel duo di commentatori, mentre il secondo è decisamente più esuberante e non esitava a salire sul ring e a prendere parte in prima persona agli incontri. Altro personaggio decisamente iconico è l’arbitro Mills Lane, presente in ogni match, dove non importa quanto violenta o scorretta sia una mossa: l’importante è che quei due “ci diano dentro di brutto!”. Proprio i match sono una delle caratteristiche che ha permesso a questo show di essere uno dei più fuori di testa mai creati da Mtv (insieme a Jackass) e di rappresentare la quintessenza di quella genialità sregolata e sopra le righe che ha caratterizzato per alcuni anni un modo sicuramente alternativo (e vincente) di scardinare i dettami della banalità. Non importava un cazzo a nessuno della fama e del prestigio delle parti in causa che salivano sul ring per sfasciarsi di mazzate: l’unica cosa importante è che gli incontri avessero un vincitore e che ciò avvenisse nel modo più spettacolare e cruento possibile: sangue, budella e plastilina imbrattavano puntualmente lo schermo.

    Nessuna categoria e nessun personaggio era al sicuro dall’irriverente satira di Celebrity Deathmatch: dalla politica alla musica, passando dalla televisione al cinema c’era davvero spazio per tutti e per tutto. Celebri sono gli incontri che hanno visto contrapposti Hilary Clinton a Monica Lewinsky, Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis e Demi Moore, il principe Carlo d’Inghilterra e Prince, Spike Lee e Quentin Tarantino, Gandhi e Gengis Khan, Charles Manson e Marilyn Manson. Quest’ultimo è stato il protagonista dell’episodio pilota, diventando poi in seguito uno dei personaggi rappresentato in più match nella storia dello show. E a distanza di ventun anni dalla messa in onda del primo episodio, Celebrity Deathmatch rappresenta un programma capace ancora oggi di far riaffiorare acneici ricordi in chi è stato adolescente negli anni novanta e che vuole trasmettere alle nuove generazioni, troppo impegnate ad entrare in crisi per qualche followers in più su Instagram o nell’esacerbare il motivo che può spingere una persona a sostituire la voce nel proprio curriculum da un più sincero “disoccupato/a” in un più roboante “social influencer”. E tra annunciati e altisonanti progetti di ritorno sugli schermi ai quali sono seguite le secche smentite da parte del creatore della serie Eric Fogel (il quale ha affermato di non essere stato assolutamente contattato da Mtv per sviluppare nuovi episodi) la verità sta nel mezzo. Vi è senza dubbio la certezza che show come Celebrity Deathmatch siano stati prodotti in grado di intrattenere con il principale scopo di divertire senza analizzare con complicati sofismi cosa è in grado o meno di poterci strappare una sincera risata senza doverne temere le conseguenze come oggigiorno spesso accade, spezzando quella voglia di osare che si arena facilmente nella più placida zona di comfort del conformismo. In ogni caso, come dice il buon Johnny Gomez prima della fine di ogni episodio, buona notte e buone botte e ricordate: comunque è solo pongo!

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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