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    Andy Ruiz Jr. : solo una bella favola?

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    La storia di Andy Ruiz Jr. aveva toccato le corde di questo mondo bastardo, troppo arrotolato sui suoi problemi e sulla fretta della sua quotidianità che tende a disumanizzare i suoi protagonisti. La storia dell’uomo qualunque che riesce ad affrontare un campione, batterlo e raggiungere il tetto del mondo. Ma spesse volte il mondo dorato del successo può distogliere da quelle che sono le reali motivazioni che ti spingono a fare ciò per cui ti batti quotidianamente. Altro blasonato esempio è la storia del lottatore di MMA Conor McGregor, il quale dopo aver raggiunto l’apice mondiale a livello sportivo ha poi perso la sua “fame” agonistica, che però sembra aver ritrovato nel match del 19 gennaio. La figura di Andy Ruiz Jr. quindi ha suscitato l’interesse di appassionati e addetti ai lavori della Nobile Arte, annoverando estimatori anche nel campo del mondo dello spettacolo del calibro di Sylvester Stallone, il quale ha dichiarato di vedere nel pugile americano di origine messicana il vero Rocky Balboa.

    Andy Ruiz Jr. ritratto durante un allenamento aperto al pubblico e alla stampa

    La potenza della sua affermazione nella categoria dei pesi massimi (categoria che da troppo tempo era orfana di figure di riferimento dal ritiro del buon Mike Tyson) ha avuto il pregio di riportare interesse mediatico e di pubblico attorno ad una disciplina sportiva che negli ultimi anni ha risentito dell’ascesa delle MMA. Grande è stata quindi la delusione quando è salito sul ring per difendere le cinture mondiali sottratte ad Anthony Joshua, imbattuto fino a quel fatidico 19 gennaio 2019, dimostrandosi decisamente non all’altezza nel ripetere l’impresa che gli ha permesso di scrivere il suo nome nella storia del pugilato essendo il primo pugile messicano a laurearsi campione del mondo.

    L’ammissione di Ruiz Jr, nella conferenza stampa del post match di rivincita, aggiudicato da Joshua il 7 dicembre in Arabia Sudita, è stata quella di non aver dato la giusta importanza al match di rivincita. Ha passato tre mesi a festeggiare, allontanandosi dai suoi obiettivi primari. Questo perché Ruiz Jr., nato da una famiglia di immigrati messicani di umili origini, ha sempre dovuto combattere per ottenere qualcosa nella vita. Sicuramente è un pugile molto tecnico, dotato di una grande resistenza a colpi che sicuramente farebbero crollare al tappeto altri pugili. Una volta diventato campione del mondo ed aver ottenuto fama, gloria e soprattutto ingaggi pubblicitari milionari ha raggiunto lo scopo della sua esistenza: diventare qualcuno con la boxe e togliere la sua famiglia da una condizione di indigenza.

    Andy Ruiz Jr. durante il match di rivincita contro Joshua il 7 dicembre

    Le macchine costose, i gioielli e le case lussuose arrivano proprio da una carriera passata a combattere e a sperare nella grande occasione, arrivata per caso e sfruttata ottimamente ma gestita in seguito nel peggiore dei modi. Dalla sua sconfitta contro Joshua, Ruiz Jr. non si è più allenato e ciò ha alimentato parecchi dubbi e voci circa la reale capacità di questo pugile. Sicuramente potrebbe continuare ad essere un nome di spicco all’interno della boxe mondiale, ma ora sta a lui dimostrare di essere realmente un campione e non una meteora giunta nella situazione giusta al momento giusto.

    Hank Cignatta

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    Sono la mente insana alla base di Bad Literature Inc. Giornalista pubblicista, Gonzo nell’animo, speaker radiofonico, peccatore professionista, casinista come pochi. Infesto il web con i miei articoli che sono dei punti di vista ( e in quanto tali condivisibili o meno) e ho una particolare predisposizione a dileggiare la normalità. Se volete saperne di più su di me e su Bad Literature Inc. leggete i miei articoli. Ma poi non dite che non siete stati avvertiti.

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